Il turismo responsabile come strumento per la cooperazione internazionale allo sviluppo? Il caso della Bosnia ed Erzegovina
Il turismo come strumento di sviluppo
Il turismo ricopre un peso crescente nell’economia globale, sia nei Paesi “sviluppati” che nei PVS. L’andamento dell’industria turistica è stato per l’anno 2011 in controtendenza rispetto a quanto avvenuto sul piano dell’economia generale. I dati, aggiornati al 2010, riportano arrivi turistici in crescita del 7% raggiungendo il record di 940 milioni, crescita positiva che si è realizzata in tutte le regioni del mondo. In particolar modo la crescita turistica è avvenuta nei Paesi emergenti e sembra essere uno sviluppo destinato a continuare anche nei prossimi anni.
La crescita del turismo a livello internazionale conferma la straordinaria capacità del settore di trainare le economie anche in periodi di crisi; è un settore resistente che ha dato, e continua a dare, un forte contributo alla crescita economica globale, creando occupazione e sviluppo (UNWTO Annual Report: A year of recovery 2010). Il turismo è quindi un settore trainante in tutte le regioni del mondo e potrebbe rappresentare un ottimo strumento per lo sviluppo dei Paesi più poveri, ponendo però attenzione alle modalità di utilizzo dello stesso.
L’ONU proclama il 1967 “Anno del turismo” invitando i Paesi del Sud ad aprire le frontiere , ad accordare facilitazioni fiscali e ad investire nel “nuovo settore”, ovvero il turismo, che – si crede – permetterà la redistribuzione di una parte del reddito globale. Da qui il turismo inizia ad essere considerato uno strumento importante per lo sviluppo; molti Paesi, infatti, si “lanciano in questa avventura” abbagliati dall’esempio occidentale dell’associazione automatica tra turismo ed elevato introito economico. Il problema di questi Paesi, che hanno cercato lo sviluppo attraverso il turismo, è che spesso si sono lanciati in questa avventura senza alcune precauzioni e senza curarsi degli aspetti negativi che questo strumento può comportare, ma solamente concentrandosi sugli ipotetici guadagni.
Il turismo ha molti aspetti positivi, primo fra tutti il suo fatturato: 919 miliardi di dollari per il 2010, più di due miliardi al giorno (UNWTO Annual Report: A year of recovery 2010). Il turismo però non ha solo aspetti positivi, ma anche aspetti negativi. Può procurare grandi introiti, ma a quale prezzo? Chi ci guadagna e chi ci perde?
L’80% del miliardo di persone che ogni anno si muovono proviene da “Paesi sviluppati”, si tratta di una ventina di Paesi. Chi proviene dai “Paesi meno sviluppati”, invece, generalmente non viaggia.
Il problema che però vorrei analizzare qui è quello che, non solo chi viene da un “Paese poco sviluppato” non viaggia, ma sempre più spesso non può nemmeno godere delle bellezze che il suo Paese offre. Ad esempio molte spiagge sono di proprietà di grandi alberghi e la popolazione locale non vi può accedere. Il problema è sostanzialmente questo: il turismo come strumento per lo sviluppo si è trasformato da uno strumento positivo ad uno strumento pericoloso e, molto spesso, negativo per le comunità locali dei Paesi poveri.
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Il turismo responsabile come strumento per la cooperazione internazionale allo sviluppo? Il caso della Bosnia ed Erzegovina
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Informazioni tesi
Autore: | Ilaria Urbani |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Milano - Bicocca |
Facoltà: | Sociologia |
Corso: | Turismo, territorio e sviluppo locale |
Relatore: | Elena Dell'Agnese |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 164 |
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