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La riabilitazione psichiatrica

Il trattamento della malattia mentale nella community

Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, la legislazione che sanciva il trattamento nella community dei soggetti affetti da ritardo mentale e da malattia mentale psichica confermò la equipollenza tra le malattie fisiche, le malattie mentali e il loro trattamento. I pazienti con ritardo o malattia mentale non dovevano più essere sottratti alla società e istituzionalizzati; il British Mentl Health Act del 1959 incoraggiava “forme di addestramento e servizi sociali che possano essere forniti senza che i pazienti vengano ospedalizzati o che rendano possibile la dimissione dall’ospedale al più presto” (Royal Commission on the Law Realiting to mental Illness and Mental Deficiency 1957). Prevaleva un nuovo assunto di base, cioè che le persone con gravi malattie mentali dovevano essere aiutate a rimanere nella community in condizioni il più possibile normali. Sfortunatamente, i centri per la salute mentale della community (community Mental Health Center, CMHCs) non furono in grado di fornire i servizi di assistenza globale necessari ai disabili psichiatrici gravi (Braun 1981), che in realtà non rappresentavano la popolazione principale dei CMHCs, forse in quanto i membri dei loro staff interdisciplinari non avevano un’adeguata formazione nelle tecniche necessarie per lavorare efficacemente con pazienti psicotici cronici (Libermann 1976).
Il movimento di de istituzionalizzazione, che accompagnò l’apertura dei CMHCs, mise in risalto il valore dell’addestramento al lavoro per preparare i pazienti al rientro nella community. Gli psichiatri furono obbligati a confrontare le proprie opinioni sulle abilità e disabilità dei pazienti con le diverse realtà di adattamento al mondo reale. Studi condotti sui programmi di terapia occupazionale, che evidenziavano i benefici e i costi del lavoro per la malattia mentale, modificarono le opinioni di cittadini e professionisti circa le possibilità di assunzione di persone con una malattia mentale e portarono ai programmi di collocamento (Bennett 1983).
Anche gli elementi aggiuntivi dell’ideologia che prevedeva il trattamento della salute mentale nella community – l’accessibilità, l’azione ad ampio raggio dei servizi e la continuità dell’assistenza – sono in accordo con i concetti della moderna riabilitazione. L’importanza attribuita al fatto che il trattamento dei pazienti avvenga in prossimità delle loro famiglie d’origine e degli ambienti di lavoro è stata ora applicata per iniziativa del National Institute for Mental Health for Community Support Program, un movimento che ha incoraggiato investimenti statali e locali in diverse servizi per la malattia mentale. A sua volta questo ha significato l’introduzione di principi operativi fondamentali per la riabilitazione psichiatrica, tra i quali il case management, il coordinamento, l’advocacy con le varie agenzie in grado di andare incontro ai bisogni di persone con gravi disabilità psichiatriche, così come il coinvolgimento dei pazienti e delle loro famiglie in gruppi di auto aiuto e in gruppi assertivi.
Invece di investire le proprie energie solo nel contrastare gli effetti disabilitanti sul piano sociale provocati dall’istituzionalizzazione, la riabilitazione basata sulla community si è preoccupata soprattutto di problemi, in qualche modo differenti, di giovani adulti con gravi disabilità psichiatriche, molti dei quali hanno trascorso solo poco tempo in ospedale. Si tratta di soggetti con gravi handicap nell’adattamento sociale e spesso restii al coinvolgimento nei servizi; i loro deficit, inoltre, per quanto meno pervasivi di quelli dei pazienti più vecchi, istituzionalizzati, sono caratterizzati da instabilità, crisi ricorrenti e vulnerabilità allo stress. Così, se da un lato molto del personale del CMHCs sembrava preoccuparsi di prevenzione primaria per i soggetti non ancora ammalati e sembrava affascinato dalla psicoterapia intensiva destinata a pazienti non ancora cronici, dall’altro alcune delle innovazioni introdotte dai CMHCs divennero parte rilevante della riabilitazione psichiatrica.

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La riabilitazione psichiatrica

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Informazioni tesi

  Autore: Nicola Fuso
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Sandro Elisei
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 108

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Parole chiave

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educatore
comunità terapeutica
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riabilitazione psichiatrica
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