Contro le disparità economiche: Fair Play Finanziario nel regolamento UEFA e nelle leghe sportive americane

Il sistema professionistico americano si è dotato da tempo di un modello economico – finanziario che consenta di controllare le spese di ogni squadra e di bilanciare il livello delle squadre della lega, oltre ad un regolamento sportivo che permetta di massimizzare l’interesse mediatico e i ricavi dei singoli club. Per poter partecipare ad un campionato ogni franchigia, e di conseguenza la città nella quale essa risiede, deve rispettare determinati parametri come il bacino d’utenza, la media degli abbonati e degli spettatori che ha avuto negli ultimi anni. Il Salary Cap è alla base di questi regolamenti ed è stato spesso argomento di discussione tra la categoria dei giocatori e quella dei presidenti societari.

Nel mondo, il tetto ai salari è usato dalle principali leghe sportive nordamericane (NHL, NFL, NBA e leghe minori di vari sport), mentre altrove è stato recentemente introdotto, come in Inghilterra, in Francia ed in Australia. La lega effettua controlli periodici e gli stipendi sono pubblici. Se una squadra sfora il tetto salariale previsto è obbligata a pagare alla lega una tassa proporzionale ai costi in eccesso. La lega utilizza questo denaro per risarcire le società che hanno rispettato il cap e che quindi hanno subito un danno da parte di chi non ha osservato le regole.

Molte leghe europee di calcio ne hanno proposto l'introduzione, soprattutto sulla spinta dei piccoli – medi club, mentre le principali società hanno sempre respinto questa possibilità in quanto potrebbe causare, innanzitutto, una perdita di competitività nei confronti dei grandi club dei paesi che non adottano questo tipo di restrizioni, oltre ad effetti di tipo legale, dovuti all’ingente mole di denaro che circola nel settore. Di conseguenza, l’adozione di un efficace Salary Cap viene bloccata dalla presenza dei vari campionati nazionali, in cui le federazioni dovrebbero stipulare un accordo comune nel quale tutte le leghe utilizzino regole univoche. Mentre negli Stati Uniti esiste un’identità comune, a partire dalla valuta utilizzata e dalla lingua parlata, in Europa la presenza di giurisdizioni diverse, con regole spesso contrastanti, non permette la nascita di un modello di questo genere, in quanto molto spesso l’Unione Europea non ha potere preminente nei confronti dei singoli Stati in materia. In Italia non esiste, attualmente, una regolamentazione a livello federale, benché vi siano casi isolati di club (in particolare calcistici) che hanno adottato una politica di contenimento dei costi tramite il Salary Cap (sia di tipo assoluto che per giocatore), come ad esempio la Fiorentina ed il Napoli.