I sistemi motivazionali interpersonali nei web forum dedicati alla sessualità: un'analisi secondo il metodo Aimit
Il sistema motivazionale esplorativo-assertivo
Questo sistema pone, preliminarmente, un problema di fondo: quello della sua reale separatezza dagli altri quattro: se esso sia realmente separato, oppure si riveli, in realtà, un “sottoprodotto” derivante dall’azione stessa dei sistemi considerati singolarmente. Esplorazione ed assertività, come si vedrà meglio in seguito, quando raggiungono positivamente il loro fine, restituiscono un piacere per la competenza e l’efficacia, che trova la sua origine nella consapevolezza del soggetto di essere l’agente causale del suo comportamento (Lichtenberg, 1989). In tutti i sistemi motivazionali esplorazione ed assertività risultano anche componenti dell’attività propria dei singoli sistemi, visto che il successo raggiunto dai diversi sforzi motivazionali è aumentato dal piacere dell’efficacia. Lichtenberg sostiene però che esplorazione ed assertività, utilizzate nella ricerca del piacere, costituiscano anche un sistema motivazionale autonomo (Lichtenberg, 1989).
La risoluzione dell’apparente paradosso – esplorazione ed assertività come sottoprodotti di tutti i sistemi e contemporaneamente come elementi di un sistema motivazionale autonomo – è rintracciabile a partire da una serie di esperimenti condotti su feti e neonati: DeCasper e Fifer (1980) hanno dimostrato che la capacità di seguire gli eventi così come si presentano nell’ambiente è già presente nel feto a sei settimane e mezzo dalla nascita. Tuber e collaboratori (1980) hanno verificato che la capacità del bambino prematuro di formare delle associazioni e di reagire alle alterazioni della contingenza è relativamente indipendente dagli emisferi cerebrali.
Queste ricerche forniscono una prima prova del fatto che esplorazione ed assertività, da un punto di vista esperienziale, sono elementi che si auto organizzano e che si auto stabiliscono secondo la logica dell’adattamento, proprietà fondamentali per ogni sistema motivazionale (Lichtenberg, 1989). Il contributo più importante alla tesi dell’indipendenza e della separatezza del sistema motivazionale esplorativo-assertivo, deriva dagli studi di Sander (1983), i quali danno prova della costituzione, nella vita del bambino, di una “nicchia” distinta, che si caratterizza come uno “spazio aperto”, nel quale il sistema in esame ha la possibilità di dominare l’esperienza.
Condizione affinchè ciò si realizzi è lo stabilirsi di una coordinazione tra l’attaccamento e lo stato del bambino. Si deve trovare quindi un equilibrio sufficientemente armonico tra sistema motivazionale dell’attaccamento e sistema motivazionale della regolazione psicologica dei bisogni fisiologici. Infatti, quando il bambino e la madre possono accedere a momenti di relativo disimpegno, momenti in cui non sono in primo piano né motivazioni di attaccamento né bisogni fisiologici, momenti in cui si realizza l’equilibrio di cui sopra, il bambino può sperimentare l’esercizio di un’iniziativa individuale e selettiva, come accade ad esempio quando concentra lo sguardo su un oggetto in movimento.
Questo tipo di esperienze sembra anche richiamare il concetto di Winnicott di “capacità di essere soli in presenza dell’altro”, di sperimentare cioè la propria vita personale. In sintesi, secondo Lichtenberg, i comportamenti che possono essere organizzati a partire dal sistema motivazionale esplorativo-assertivo possiedono la qualità di “reale” perché riferiti al mondo dell’esperienza, e di “proprio” in quanto derivanti da una libera iniziativa personale. Se si considerano queste qualità dal punto di vista del Sé nucleare è possibile affermare che esse sono in grado di innescare affetti che vengono sperimentati come “senso di realtà” e di possesso (Lichtenberg, 1989).
Ma se il bambino è motivato in modo innato all’esplorazione e all’assertività, quindi alla ricerca di una risposta affettiva piacevole determinata da un senso di efficacia e competenza, occorre determinare la fonte di questo senso di competenza per riuscire a comprendere a fondo il funzionamento del sistema. Secondo Sander (1986) il bambino trae un senso di competenza dalla capacità di riprodurre uno stato desiderato, che si caratterizza per essere marcato da una ricompensa affettivamente piacevole. Più precisamente, le esperienze interne del bambino si consoliderebbero attorno alle esperienze degli stati che si ripresentano, con regolarità, all’interno delle interazioni regolative con la figura che lo accudisce. Dal momento in cui questi stati acquisirebbero coerenza e ricorrenza, la loro componente affettiva piacevole e desiderata diventerebbe la mèta ed il criterio per la costruzione di modelli intenzionali organizzati in direzione di un obiettivo: la ripetizione stessa dello stato.
A questo punto il bambino non sperimenterebbe solo stati affettivi relativi ai suoi bisogni (di regolazione fisiologica, di attaccamento e così via), ma anche un “particolare senso di vitalità” derivato dal riuscito e intenzionale raggiungimento di uno stato desiderato, che diventerebbe la caratteristica principale del sistema esplorativo (Lichtenberg, 1989). In sintesi, per Sander il bambino motivato all’esplorazione non cercherebbe tanto gli stimoli, piuttosto questo stato affettivo di “vitalità”; la competenza sarebbe quindi una misura della capacità del bambino stesso di organizzare e regolare la propria condotta per produrre una nuova versione dello stato desiderato.
Secondo Lichtenberg alla base di questo processo esisterebbe la capacità, da parte del bambino, di stabilire delle corrispondenze fra uno stimolo esterno contingente e un criterio interno di stimolo preferito; fra uno stato esperienziale attuale ed uno codificato nella memoria (contrassegnato come desiderato); infine, fra un evento esterno contingente e l’azione causale operata dal bambino stesso per il suo accadimento.
Questa ipotesi permette di stabilire tre fonti motivazionali:
- il piacere per uno stimolo preferito;
- il piacere di essere l’agente causale che determina la comparsa di uno stimolo preferito;
- infine, il piacere derivato dall’essere la fonte della ri-creazione di uno stato esperienziale affettivo precedentemente sperimentato (Lichtenberg, 1989)
Questo brano è tratto dalla tesi:
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Informazioni tesi
Autore: | Francesca Piersanti |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi dell'Aquila |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Maurizio Brasini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 96 |
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