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Il diverso ruolo di principi deontologici e altruistici nelle scelte morali, con particolare riferimento a soggetti con alta e bassa tendenza ad avere ossessioni e compulsioni

Il senso di colpa

Il senso di colpa è un tratto fondamentale nel disturbo ossessivo compulsivo. E’ quindi importante, per capire meglio, chiedersi cosa esso effettivamente sia. Le persone parlano quotidianamente di senso di colpa, perché è un’emozione che provano fin dall’infanzia.

Esso è strettamente collegato al senso morale, che nei bambini si sviluppa intorno ai due anni, quando sono in grado di comprendere le norme e di provare empatia mettendosi cioè nei panni degli altri. Tuttavia riferirsi a un senso di colpa generico sembra essere errato: secondo la tesi di Mancini (2008) è opportuno distinguere tra senso di colpa altruistico e senso di colpa deontologico.

Questi non sono due varianti di una stessa emozione, ma sono proprio due emozioni diverse, rispetto ai parametri che le caratterizzano, al loro substrato neurale e rispetto al loro ruolo nella psicopatologia. Questa duplicità del senso di colpa traspare anche dalla letteratura (Couyoumdjian, Carnì, Mancini, 2008) dove è possibile rintracciare due tradizioni:

- La tradizione intrapsichica ritiene che il senso di colpa nasca dalla trasgressione dei comandamenti dell’autorità morale, comandamenti che sono progressivamente introiettati nel corso dello sviluppo del bambino fino a costituire, ad esempio, quello che per Freud era il Super Io, una delle strutture fondamentali della psiche. Il senso di colpa, dunque, sarebbe l’espressione di un conflitto tra norme morali introiettate e azioni o disposizioni all’azione dell’individuo, in termini psicodinamici un conflitto tra istanze egoiche e super-egoiche. La funzione del senso di colpa sembra duplice: da una parte prevenire conflitti reali con l’autorità morale traducendoli in conflitti interni tra gli istinti potenzialmente antisociali, aggressivi e sessuali, e il Super Io, cioè l’autorità morale introiettata. Dall’altra parte ha la funzione di spingere l’individuo a rimediare la sua mancanza di rispetto attraverso la disposizione ad accettare punizioni: queste portano all’umiliazione, che ripristina le differenze di rango tra il trasgressore e l’autorità.

- La seconda tradizione è quella interpersonale, che fa nascere il senso di colpa dal rendersi conto di aver danneggiato ingiustificatamente l’altro o, in senso più generale, dal non essersi comportati in modo altruistico. In questo caso il senso di colpa orienta alla riparazione del danno causato e all’espressione di sentimenti e di atteggiamenti positivi verso la vittima. La funzione evolutiva è, plausibilmente, il mantenimento del reciprocal altruism (Trivers 1971). Per reciprocal altruism intendiamo una forma di altruismo in cui un individuo procura un beneficio ad un altro senza aspettarsi una ricompensa o un tornaconto personale.

Ad ogni modo, gli autori sostengono un approccio integrato in cui entrambe le dimensioni sono essenziali. Tetlock e Mansted (1985) suggeriscono che siano i fattori interpersonali a causare l’esperienza intrapsichica; essi ritengono che gli individui possono apprendere una serie di norme morali e sociali tramite l’interazione con i propri simili, regole che vengono poi introiettate influenzando i fenomeni intrapsichici e in particolare le credenze che si hanno sul senso di colpa.

Un’ulteriore distinzione tra i due sensi di colpa può essere fatta prendendo come riferimento i parametri che differenziano le emozioni. Innanzitutto si considera l’appraisal, o appreciation, di cambiamenti rilevanti nell’ambiente. L’appraisal non è un atto cognitivo con cui si attribuisce un significato al mondo o a se stessi, piuttosto è un atto cognitivo con cui si cattura il significato personale che il cambiamento ambientale ha per l’individuo (Barrett 1995). Il significato personale dei cambiamenti rilevati nell’ambiente sono le implicazioni che l’evento ha, o potrebbe avere, per gli scopi dell’individuo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il diverso ruolo di principi deontologici e altruistici nelle scelte morali, con particolare riferimento a soggetti con alta e bassa tendenza ad avere ossessioni e compulsioni

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Informazioni tesi

  Autore: Consuelo Del Grande
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze psicologiche
  Relatore: Francesco Mancini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 74

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Parole chiave

dilemmi morali
disturbo ossessivo compulsivo
giudizio morale
omission bias
paradigma del trolley
principi morali
senso di colpa
senso di colpa altruistico
senso di colpa deontologico

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