L'analisi della Postmodernità nell'opera di Zygmunt Bauman
Il ruolo della politica nella postmodernità
Bauman tratta il distacco della politica da parte degli uomini e delle donne postmoderni in varie opere, tra cui La società sotto assedio. In tale opera egli afferma che mentre è comune deplorare il cinismo, il nichilismo e l’indifferenza verso grandi progetti esistenziali degli individui postmoderni, non si tiene adeguatamente in considerazione il fatto che questo atteggiamento è una risposta ad un mondo in cui si considera il futuro come una minaccia.
Secondo Bauman, che riprende una proposta di Pierre Bourdieu, tale mondo si può definire il prodotto di una economia politica dell’incertezza. Il principale veicolo di tale economia è la fuga del potere dalla politica, tollerata e favorita dai governi attraverso le politiche della deregolamentazione e della privatizzazione. Per quanto riguarda il risultato di tutto ciò Bauman cita poi Manuel Castells, il quale afferma che ne nasce un mondo in cui il potere è sempre più globale ed extraterritoriale, mentre la politica rimane locale e territoriale.
Le società si trovano così a dipendere dai movimenti della finanza mondiale, e non riescono ad intervenire in situazioni quali la contrazione dei mercati del lavoro, la povertà crescente o i problemi ambientali. Il risultato è la perdita della “presa sul presente”, che a sua volta porta all’indebolimento della volontà politica e allo scetticismo riguardo alla possibilità di cambiare attivamente la condizione umana.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che le soluzioni che di solito vengono proposte sono un aumento della deregolamentazione e della flessibilità ed il rifiuto di ogni interferenza. Bauman a proposito di ciò cita Cornelius Castoradis, secondo il quale il problema principale della nostra società è il fatto che ha smesso di farsi domande. In tale maniera le persone accettano la non possibilità di cambiare le condizioni della propria esistenza, e la società cessa di essere autonoma, cioè di definire e gestire se stessa, divenendo eteronoma, eterodiretta. Citando ancora Castoradis, si entra in un’”epoca di conformismo universalizzato”.
Bauman espone in seguito una proposta per la difesa della democrazia nella società individualizzata. Egli inizia con un analisi della storia della democrazia moderna, l’inizio della quale è fatto risalire da vari storici al rifiuto di consentire la tassazione senza il consenso dei tassati. Era qui in gioco la difesa di un principio, quello del suddito come cittadino appartenente ad un corpo politico.
Il successo della democrazia nella realizzazione di una società autonoma dipende secondo Bauman dall’equilibrio tra libertà e sicurezza. La forza della democrazia si attenua infatti quando vi è carenza di libertà o di sicurezza, e la storia politica della modernità può essere interpretata come una modalità di raggiungimento dell’equilibrio tra le due parti. Tale ricerca è in corso tuttora, e rappresenta la condicio sine qua non del conseguimento dell’autonomia da parte della società.
In questo caso vi è però una differenza tra modernità e postmodernità. Mentre nella prima infatti il principale pericolo per la democrazia è stato individuato nelle limitazioni imposte alla libertà dell’uomo dal controllo delle istituzioni preposte alla “sicurezza collettiva”, nella seconda la democrazia è minacciata dal versante opposto, poiché è la sicurezza garantita dalla collettività ad essere sempre più abbandonata. Mentre il deficit di libertà ha come risultato una incapacità di farsi valere, il deficit di sicurezza produce invece l’incapacità di considerare una causa comune per la quale migliorare la società. L’esito dei due processi è tuttavia simile, e consiste in un indebolimento delle capacità democratiche e in una fuga dalla politica e dalla cittadinanza responsabile.
Secondo Bauman è necessario fare qualcosa per rafforzare la capacità di autogoverno del corpo politico attuale, e per fare in modo che gli individui riassumano le attività di una cittadinanza responsabile. A livello “macro”, ciò dovrebbe concretizzarsi in una elevazione delle forze politiche a quel livello globale in cui sono situati i poteri che realmente contano nella postmodernità. Questo è ostacolato da una sorta di nodo gordiano: infatti per limitare i poteri globali incontrollati occorre una nuova forza politica globale, ma è proprio il fatto che i poteri globali rimangono incontrollati che frena la formazione di forze politiche globali. Dalla soluzione di questo problema dipendono secondo Bauman il futuro della repubblica e della democrazia.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'analisi della Postmodernità nell'opera di Zygmunt Bauman
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Informazioni tesi
Autore: | Damiano Formaggio |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Verona |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Italo Sciuto |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 138 |
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