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La figura dell'educatore durante le prime tappe dello sviluppo del bambino

Il ruolo dell’educatore al loro interno

Sulla base della tipologia di proposta offerta dai Centri per bambini e genitori, emerge dunque la peculiarità per cui anche il genitore, o la figura adulta familiare, è posto come educando.
La partecipazione e la condivisione durante i momenti nel Centro, lo rendono attivo “produttore del proprio sviluppo e di sostegno ai pari e alla comunità”.
In quest’ottica, dunque, il ruolo dell’educatore assume delle sfumature ulteriori rispetto a quanto avviene nei comuni servizi per l’infanzia.
In particolare, deve essere educatore competente per i bambini e per il gruppo genitori - bambini.

- Per i bambini:
Il rapporto che viene instaurato con i bambini all’interno di questo servizio educativo è ridotto rispetto ai tradizionali servizi per l’infanzia. In questo contesto, infatti, la presenza di un altro adulto familiare media l’attaccamento e la responsabilità dell’educatore, dimezzandoli.
Questo fattore può essere visto per molti educatori come una perdita, in realtà richiede impegno e differenziazione ulteriore delle attività.
La compresenza di due figure di riferimento per il bambino deve però trovare un giusto equilibrio educativo senza cadere nella contesa del controllo sul minore.
L’educatore, infatti, assume le vesti di mediatore laddove si dovessero verificare difficoltà nella relazione della coppia genitore-bambino.

Spostando l’attenzione alla relazione tra pari invece, è interessante la naturale dinamica conflittuale tra bambini in cui spesso i genitori intervengono in maniera inefficace, ad esempio allontanando i bambini, intervenendo con le parole o evitando lo scontro fisico che, però, non sono elementi sufficienti nella risoluzione della situazione, ed è per questo che l’intervento dell’educatore, consapevole ed esperto, diventa rilevante, attraverso tecniche di rinforzo del comportamento positivo.
Tra le tecniche di intervento efficaci troviamo il modeling, ovvero il modellamento. In particolare, questo consiste in una modalità di apprendimento del comportamento basata sull’osservazione e sull’imitazione di un modello. Questa strategia può essere intenzionale ma nella maggior parte dei casi è spontanea per cui la figura accolta come modello fornisce continue informazioni all’educando, sia sul piano educativo sia su quello cognitivo.
I bambini, in tal senso, hanno bisogno di continue stimolazioni positive e anche il linguaggio che viene utilizzato è parte di esse. Il modo in cui si comunica determina spesso il modo in cui si riceve una risposta, per questo un linguaggio e una comunicazione positivi sono più efficaci e stimolanti ad un comportamento sociale e riconoscimento del sé più positivo rispetto ad un comando o un’osservazione negativi. La comunicazione verbale e non verbale che sia positiva, rispettosa e gentile è dunque una strategia efficace per costruire relazioni positive.

Il compito principale dell’educatore nei centri per bambini e famiglie è l’intervento indiretto, per cui si lavora a priori sul clima per renderlo sereno ed accogliente, sui tempi delle attività e sulla progettazione al fine di creare un ambiente favorevole all’instaurazione di dinamiche e relazioni positive.

- Per il gruppo genitori - bambini:
Il servizio in analisi prevede un’utenza mista, di adulti e bambini. L’obiettivo primario è dunque quello di rappresentare una comunità presente di osservazione e di ascolto delle necessità di ciascuno per favorire uno sviluppo, una crescita ed un apprendimento armoniosi.
Questo riguarda sia i bambini sia i genitori, i primi attraverso attività, giochi e laboratori mentre gli adulti attraverso il confronto, l’ascolto e la comunicazione.

Per fare ciò, l’educatore è chiamato ad “accogliere le coppie, sostenerle nell’evoluzione della crescita reciproca, orientarle nella scelta di altri servizi o di consulenze per risolvere problemi che trascendono l’ambito educativo […]. Le educatrici possono inoltre sottolineare le competenze in evoluzione di ciascuno, proponendo materiali e attività che siano di supporto nel delicato passaggio dal rapporto diretto, corporeo, tra la madre e il bambino e quello indiretto mediato da oggetti ludici”.
Il coinvolgimento dell’adulto familiare nel servizio non riguarda solo la presenza fisica ma prevede anche la partecipazione attiva attraverso letture, giochi, laboratori, giochi corporei, canti e altro. Il ruolo dell’educatore si sviluppa anche nell’aiutare i genitori a essere partecipi o proporre attività e ad essere intraprendenti.

L’educatore, infatti, deve agire mantenendo come scopo centrale il benessere dei bambini “non dimenticando però le problematiche del supporto alla genitorialità e della valorizzazione delle loro competenze educative di madri e padri. […] le ansie e le insicurezze che possono gravare i rapporti tra genitori e figli possono essere alleviate anche aiutando i genitori a riconoscere le competenze del proprio bambino, la sua capacità di strutturare relazioni, di rispondere in maniera creativa alle stimolazioni dell’ambiente. Il personale educativo si offre, dunque, come supporto alla genitorialità favorendo un processo di continua scoperta, da parte dei genitori dei propri bambini e offrendosi come personale qualificato e disponibile per il sostegno e la consulenza su alcune specifiche problematiche”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La figura dell'educatore durante le prime tappe dello sviluppo del bambino

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Bettella
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Elisabetta Ghedin
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 52

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Parole chiave

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centro per bambini e genitori
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