La consulenza pedagogica all'asilo nido come lettura dei processi e mediazione tra i partners educativi
Il ruolo del consulente pedagogico come professionista riflessivo
Mario Perini propone un’ulteriore definizione del ruolo del consulente: “La finalità generale della consulenza, facilmente condivisibile anche perché molto generica, è quella di mettere il personale di un’organizzazione – capi e collaboratori - in grado di svolgere il proprio lavoro con maggiore efficienza e maggiore efficacia nel perseguire gli scopi dettati dalla sua “missione” aziendale o dal mandato sociale assegnato” (Perini, 2007, p. 111).
Per il fatto stesso di essere chiamato a intervenire in situazioni problematiche di diverso tipo, o per le organizzazioni, o nei rapporti del personale, o per i clienti finali, il consulente si trova a dover gestire diverse difficoltà, specifiche del proprio compito, che lo agiteranno a livello personale. Il ruolo del consulente prevede un certo grado di tossicità: egli si trova a contatto con l’ansia indotta dalle angosce circolanti nell’organizzazione-cliente, verso le quali deve dimostrare una rilevante capacità di contenimento.
Un’altra difficoltà soggettiva consiste nella paura di essere manipolato, sia dal gruppo, di cui potrebbe diventare strumento passivo, o dal leader della organizzazione in cui è stato chiamato. Altro rischio da considerare è la seduzione reciproca tra cliente e consulente. Essa porta il consulente a vivere il suo incarico più come una sfida narcisistica che come un’assunzione di chiare, ma limitate responsabilità (Perini, 2007).
Ciò che può aiutare il consulente a mantenere ben delimitato il proprio ruolo è, prima di tutto, l’attenzione al controtransfert, cioè a quell’insieme di emozioni che egli prova in risposta all’incontro con il cliente e con i problemi di cui questi gli parla. In secondo luogo è il mantenere l’attenzione concentrata sul compito primario dell’organizzazione. Da ultimo, conservare e mantenere la sua posizione esterna, intesa come condizione “super partes”, gli permetterà di mantenere la propria visione privilegiata del sistema stesso, “più libera proprio perché meno coinvolta e più completa perché lo mette in grado di osservare anche il leader e persino se stesso nell’esercizio del proprio ruolo” (Perini, 2007, p.109).
Questo brano è tratto dalla tesi:
La consulenza pedagogica all'asilo nido come lettura dei processi e mediazione tra i partners educativi
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Informazioni tesi
Autore: | Carla Antonia (Tina) Isacco |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Milano - Bicocca |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Consulenza Pedagogica e Ricerca Educativa |
Relatore: | Maria Grazia Riva |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 210 |
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