Ipotesi di percorso educativo al paziente domiciliare affetto da ulcere venose agli arti inferiori: medicazioni avanzate e qualità di vita
Il ruolo del Caregiver nella cura delle lesioni venose
Il caregiver è "un individuo responsabile che, in un ambito domestico, si prende cura di un soggetto dipendente e/o disabile"; solitamente è individuato tra le persone della cerchia familiare ed affettiva del paziente, e questo meccanismo di selezione avviene per uno spontaneo moto attivato dalla potenzialità individuale di compassione, condivisione, collaborazione e capacità organizzativa. Questa figura è rappresentata dal coniuge, uno dei figli, una sorella, una fratello o più raramente i genitori o un amico, ma più spesso può essere anche una persona estranea al nucleo famigliare. La figura del caregiver si trova investita di un carico di responsabilità, di stress e di ansie che, soprattutto se lasciato da solo nell'attività di cura al paziente, fa fatica a sostenere. L'azione insostituibile del caregiver non può essere "spontanea" e guidata solo da affetto e buon senso, il caregiver deve essere istruito da personale specializzato (fisiatri, fisioterapisti, infermieri) sulle strategie e le tecniche ottimali da applicare per affrontare, con il malato, le mille difficoltà della vita quotidiana nell'ambiente domestico. Tra i disagi più difficili da affrontare, per operatori sanitari e caregiver, uno dei più complessi è la depressione. Le reazioni emotive del paziente di fronte alla loro situazione a volte sono discordanti: rabbia e frustrazione, oppure sono tristi, apatici e piangono facilmente. A volte non curano la propria persona e non vogliono partecipare alle attività della vita quotidiana perché si sentono stanchi e inutili. Per questo motivo è bene educare il caregiver a non sostituirsi al paziente nelle attività in cui è autonomo e ad incoraggiarlo nelle attività in cui lo è parzialmente. Quello del caregiver è veramente un compito oneroso, difficile, coinvolgente e importante, in cui la fatica di chi assiste sta nel trovare l'equilibrio tra diversi bisogni e necessità: la necessità di informarsi sulla patologia per conoscerla, sapere come evolverà e come prevenire altre problematiche, la necessità di proteggere la dignità della persona malata nel rispetto della sua personalità e delle sue idee, la necessità di salvaguardare la salute mentale dello stesso caregiver che tende a coinvolgersi e, se è un familiare, ad annullarsi, a sacrificare il proprio ruolo (per es. di coniuge o di figlio, se il malato è il marito/la moglie o il genitore) per essere un bravo "assistenteinfermiere", perdendo il canale comunicativo e il contatto affettivo del legame.
La presa in carico di un paziente comporta, seppur in maniera implicita, la presa in carico anche del caregiver; se da un lato l'infermiere prende in carico anche il caregiver, dall'altro deve anche educare suddetta figura. Fatte queste premesse è importante ricordare che il benessere del caregiver è fondamentale per il benessere della persona malata: egli deve poter ritagliarsi del tempo per se stesso, mantenere le proprie relazioni sociali e chiedere aiuto a sua volta.
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Ipotesi di percorso educativo al paziente domiciliare affetto da ulcere venose agli arti inferiori: medicazioni avanzate e qualità di vita
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Informazioni tesi
Autore: | Federica Fioravanti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università Politecnica delle Marche |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Infermieristica |
Relatore: | Mariella Amadio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 48 |
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