L'impatto del rischio reputazionale sui prezzi azionari

Ancor più delicato il tema “reputazione” per gli intermediari finanziari, le banche, settori basati sulla fiducia dei clienti, i quali confidano nella capacità di essi di adempiere alle proprie obbligazioni.
«Quanto più l’azienda, per caratteristiche proprie o del settoremercato in cui agisce, fa affidamento su valori immateriali quali l’immagine, la fiducia e la creatività, tanto maggiore sarà l’entità del danno. Così i danni saranno presumibilmente più consistenti per le aziende che offrono un prodotto o un servizio a elevata “personalizzazione” in cui la forza del marchio o dell’immagine aziendale risultano determinanti»
Secondo un'indagine condotta dalla Price Waterhouse Coopers tra le istituzioni finanziarie, il rischio di reputazione è stato citato come la più grande minaccia potenziale per il loro valore di mercato dell'impresa rispetto a qualsiasi altra classe di rischio. Il 25% degli intervistati giudica che i maggiori contributi al rischio reputazionale siano da attribuire alla mancata trasparenza aziendale e all'etica di impresa. Se manca la trasparenza e quindi manca la possibilità per i pubblici influenti, dai clienti agli enti pubblici, di verificare la solidità degli intermediari, «trust come to resemble faith more than anything else», la fiducia si trasforma in fede e una crisi di fede sui mercati finanziari si chiama panico.
Tre dei più importanti input alla reputazione, tanto più per gli intermediari finanziari, sono fiducia, trasparenza e leadership.
Quando i tempi sono buoni nei mercati finanziari, i leader non spiccano davvero. Ma quando i tempi sono cattivi la leadership è una chiave importante di risoluzione dei conflitti. La leadership di
Fannie Mae, Freddie Mac e Lehman Brothers non ebbe più nessuna credibilità quando il mercato cominciò a cadere a pezzi. Questa mancanza di credibilità non è una parte così irrilevante del problema che quelle compagnie affrontarono quando andarono verso l’insolvenza.