Champagne Roederer: business in bollicine

La regione della Champagne ha avuto una serie di bellissime vendemmie. Sono infatti sempre più precoci, offrono volumi abbondanti associati a una completa maturità, le annate di eccellente qualità si susseguono e di conseguenza piovono i successi commerciali. E’ un trionfo quasi raro rispetto ad alcune regioni viticole che soffrono di difficoltà commerciali.
Questo è dovuto al fatto che il riscaldamento climatico rappresenta una vera opportunità per la Champagne. Vediamo nello specifico questo che cosa significa analizzando le vendemmie negli ultimi 60 anni.
Dopo essere state costantemente posticipate nel periodo 1950-1988, passando dalla metà di settembre all’inizio di ottobre, le date della vendemmia hanno improvvisamente invertito questa tendenza a partire dal 1989: in soli quindici anni, in modo incredibilmente repentino, si è tornati alle date delle vendemmie dei primi anni ’50. Quest’ anno, per esempio, la raccolta è iniziata il 20 agosto.
Questi risultati molto interessanti non sono però esclusiva di questi ultimi anni e di questo trend di anticipazione iniziato nell’ ’89, ma bensì si possono ritrovare anche prima del 1950 in particolare nel 1945 e nel 1947, quando, rispettivamente, le vendemmie iniziarono l’8 settembre e il 2 settembre.
La prova dell’eccezionalità di quelle annate è data dal fatto che se conservati con sapienza, questi due millesimati sono tutt’oggi freschi e deliziosi.
Pare dunque che la vite, pianta mediterranea, è dunque perfettamente predisposta per adattarsi al riscaldamento climatico.
La storia ha dimostrato più volte ai produttori di come sia il pinot nero sia lo chardonnay si esprimano al meglio durante le annate calde e secche, al contrario le annate fredde ed umide sono quelle meno pregiate.
Nonostante le legittime preoccupazioni che desta il riscaldamento climatico, non possiamo non constatare che questo fenomeno è favorevole al miglioramento qualitativo degli Champagne.
Il riscaldamento climatico è un’altra sfida di portata mondiale in cui la produzione di Champagne (come migliaia di altre d’altronde) si deve impegnare ad adattare le proprie pratiche produttive e il proprio know-how.
Questa è la condizione fondamentale per poter preservare la più grande ricchezza per la viticoltura di qualità, ricchezza formata dalla tipicità dei vini, delle terre e della qualità del prodotto.