Scenografie e scenografi della televisione italiana

Gli anni ‘80 sono incisivi per il rilancio del Festival di Sanremo. Questi sono anche gli anni dell’avvento della TV commerciale, quindi la competizione spinge la TV nazionale a cercare di migliorare il proprio prodotto per non perdere ascolti.
Si cambia pagina, convivono due spiriti diversi: da un lato un rinato gusto del barocco, visibile soprattutto nella concezione di grandi scale dai volumi mossi e curvilinei, dall’altro il senso dell’impero della tecnologia, che costruisce gabbie prospettiche con i primi accenni alla grafica del computer.
Per illuminare il teatro Ariston nel 1980 vengono impiegate 11.500 lampadine oltre ai nuovi effetti laser. Il creatore della scena è ancora Ramacci, il quale allestisce una scena fatta da piani sfasati uniti da scale con un grande schermo centrale e il logo della kermesse. Tutti gli elementi di fondo sono uniti da una cornice bianca continua che li divide in tre zone.
Al di sotto completamente a vista, le casse acustiche, utilizzate come elemento scenografico. Una banda di colore rosso segna quasi tutti gli spigoli della scena e marca la separazione fra i vari specchi che contornano lo spazio destinato agli orchestrali. Una pedana nera è posta al centro del palco a segnalare il punto dove dovrebbero esibirsi i cantanti.
La scena è chiusa da due elementi bicromici a forma di freccia, contenenti il logo della trasmissione su fondo nero che si protendono verso la platea mentre un enorme mazzo di fiori adorna il bordo del palco.
Nell’81 e nell’82 il palco dell’Ariston si trasforma in una discoteca: pavimenti luminosi, specchi, ecc…