L'accertamento sintetico e il nuovo redditometro
Il redditometro
Gli elementi e le circostanze di fatto certi mediante cui può essere basata la ricostruzione sintetica presentano un connotato comune, consistente nell’esprimere una capacità di spesa. Quest’ultima può essere intuita da apposite categorie di indici di spesa per l’utilizzo o il mantenimento di beni o servizi, o da spese per incrementi patrimoniali, ossia da quelle spese destinate ad incrementare durevolmente il patrimonio del contribuente.
Con riferimento ai più comuni e significativi indici di spesa, il Ministero delle Finanze, appositamente delegato, ha emanato un decreto, aggiornato continuamente in funzione della svalutazione monetaria, volto a quantificare a priori la capacità di spesa connessa alla disponibilità di tali beni e servizi, e quindi ad inferirne, tramite un meccanismo di automatica applicazione, il presumibile reddito attribuibile al contribuente. I parametri ministeriali hanno la duplice finalità di orientare gli apprezzamenti degli uffici in modo uniforme e quella di prevenire le obiezioni del contribuente tendenti a contestare l’inattendibilità del singolo atto di accertamento in punto di quantificazione della spesa ad esso operata. In base al procedimento delineato nelle sue varie fasi dai decreti ministeriali, la ricostruzione del reddito accertabile sinteticamente va effettuata procedendo anzitutto all’individuazione dei beni e dei servizi di cui il contribuente ha la disponibilità, secondo la tipologia prevista nella tabella ministeriale; calcolando quindi l’importo base relativo a ciascun bene e servizio, moltiplicandolo per il rispettivo coefficiente, applicando ulteriormente a tali importi, in ordine decrescente, le percentuali espressamente previste ed infine aggiungendo al risultato ottenuto l’eventuale quota relativa ad incrementi patrimoniali. La complessiva sommatoria dei singoli risultati ottenuti costituisce il reddito complessivo netto attribuibile al contribuente.
La natura di questo decreto, comunemente chiamato redditometro, è assai discussa in dottrina: secondo alcuni, esso andrebbe inquadrato nell’ambito degli atti amministrativi generali emanati dal Ministero delle Finanze nell’esercizio di una potestà attribuitagli dalla legge, come tali privi di efficacia normativa e inidonei a produrre effetti costitutivi in ordine alla disciplina della fattispecie; l’opinione prevalente attribuisce al decreto la natura di regolamento, sia per l’obbligatorietà della relativa emanazione, sia per i connotati di generalità e astrattezza che lo contraddistinguono, sia e conseguentemente per il carattere normativo delle relative determinazioni.
Il decreto ministeriale considera come indici la disponibilità di aerei, navi, imbarcazioni da diporto, automobili e altri mezzi di trasporto; residenze principali e secondarie. Tale decreto ha natura regolamentare: accertata l’esistenza di determinati indici, l’ufficio ne può desumere la quantificazione del reddito usando i coefficienti stabiliti dal decreto ministeriale. Il redditometro è fondato sull’assunto che in base a determinate spese si può desumere il reddito globale; la prassi in uso prima del redditometro muoveva dalla ricostruzione presuntiva della spesa globale per inferire da questa il reddito globale. In sostanza, veniva quantificata presuntivamente la somma spesa dal singolo contribuente e dal suo nucleo familiare nel periodo d’imposta; a questa veniva aggiunta la così detta quota risparmio, ossia la somma che presuntivamente il contribuente accantona; ed il reddito complessivamente prodotto veniva considerato pari alla somma di quanto speso per vivere e della quota risparmio.
Al redditometro deve essere attribuita un’efficacia vincolante nei confronti degli Uffici ricercatori: pertanto, posto che sussistano i presupposti soggettivi ed oggettivi di relativa applicazione, la quantità di reddito attribuibile dagli Uffici ai contribuenti deve essere individuata nell’importo risultante alla stregua dei conteggi automatici ad esso previsti.
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L'accertamento sintetico e il nuovo redditometro
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Informazioni tesi
Autore: | Nicola Di Nardo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Seconda Università degli Studi di Napoli |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Clelia Buccico |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 98 |
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