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Linguaggio e memoria nei bambini con sindrome di Down

Il rapporto tra linguaggio e pensiero

A partire dagli anni ‘70 va in crisi l’idea chomskyana che il linguaggio si sviluppi indipendentemente dalle capacità cognitive e sociali poiché si dà più spazio all’idea che i bambini debbano sviluppare una sufficiente conoscenza del mondo prima di iniziare a comunicare ed a parlare e che tale conoscenza permetterà loro di esprimere verbalmente concetti e pensieri e inoltre si inizia a ragionare sul fatto che anche i diversi domini linguistici come la sintassi e la semantica derivino da altre forme di conoscenza non prettamente linguistica. Due psicologi come J. Piaget (1896-1980) e Lev S. Vygotskij (1896-1934) considerati tra i teorici più influenti e determinanti per la psicologia dello sviluppo hanno nelle loro opere indagato su gran parte dello sviluppo cognitivo e nello specifico sul rapporto tra linguaggio e la cognizione e il linguaggio con il pensiero. Piaget ha pubblicato le sue opere a partire dagli anni ‘20 sino agli anni ‘70 ed esse hanno avuto un vasto eco in tutto il mondo, diversa è stata invece la vita e la situazione di Vygotskij morto precocemente negli anni ’30 il suo approccio teorico si caratterizza per la particolare enfasi e attenzione destinata allo studio dell’interazione sociale nell’apprendimento del linguaggio e ai rapporti tra questo ed il pensiero ma vedremo meglio nel paragrafo successivo il suo punto di vista.

Tornando alla concezione del linguaggio in Piaget (1945; 1954) essa ha origine a partire dal suo grande e complesso sistema teorico che vede lo sviluppo cognitivo come un processo adattivo che si dipana attraverso le azioni che il bambino compie nell’ambiente che lo circonda, per l’autore l’uomo è in interazione continua con l’ambiente ed i suoi scambi con la realtà vengono guidati da strutture interne non innate ma bensì costruite nel corso dello sviluppo attraverso gli scambi continui con l’ambiente e intende lo sviluppo cognitivo relativamente autonomo sia dal linguaggio che dall’interazione sociale. Secondo la sua tesi è lo sviluppo cognitivo che guida lo sviluppo del linguaggio ed è autonomo rispetto ad esso mentre lo sviluppo linguistico deriva e dipende da quello cognitivo, il linguaggio essendo basato sia su processi cognitivi che sociali è vincolato da prerequisiti di natura cognitiva e percettiva.

Da tutto questo è facile dedurre che la posizione teorica di Piaget risulta essere in contrasto rispetto a quella di Chomsky il quale sostiene l’indipendenza del linguaggio dall’intelligenza e dalla cognizione in generale.
Lo studioso ginevrino sostiene che è l’esecuzione a precedere la competenza anziché viceversa. Il bambino dapprima impara facendo cioè agendo sulla realtà e soltanto in un secondo momento capisce quello che fa. La posizione costruttivista di Piaget è in realtà intermedia tra quella innatista e quella empirista, infatti è attraverso l’esperienza che il bambino costruisce il proprio sistema cognitivo, partendo da pochi riflessi innati, l’esperienza ha poi un ruolo cruciale nel consentire al bambino di costruire la propria conoscenza, considerando però che la mente impone comunque una griglia all’esperienza e tale esperienza viene interpretata attraverso le strutture cognitive già esistenti e che a loro volta, in virtù di un processo dinamico le strutture cognitive vengono costruite e ri-costruite attraverso l’esperienza. L’ipotesi cognitivista di Piaget ha influenzato gli studi sul linguaggio soprattutto a partire dalla prima metà degli anni ‘70 stimolando un filone di ricerche che si proponevano di individuare i prerequisiti cognitivi per la sua comparsa. In queste prime ricerche però la nozione di prerequisito è stata intesa troppo alla lettera ipotizzando che il linguaggio derivi da capacità non linguistiche che lo precedano. In conclusione, anche se ancora oggi la questione è fonte di dibattito e rimane aperta sia a nuovi studi che a nuovi processi di conoscenza si può affermare che non tanto lo sviluppo cognitivo determini quello linguistico quanto piuttosto linguaggio e cognizione possono avere sviluppi paralleli spiegabili a partire da strutture comuni ad entrambe queste capacità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Linguaggio e memoria nei bambini con sindrome di Down

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Deiana
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Rachele Fanari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 67

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