Sospensione del processo e messa alla prova
Il rapporto tra il provvedimento di sospensione ed il progetto di intervento
Dopo aver esaminato gli elementi che caratterizzano la decisione del giudice occorre ora soffermarsi sul rapporto esistente tra il provvedimento di sospensione ed il progetto di intervento. La necessità di un chiarimento proviene direttamente dal contenuto dell’art. 27 d.lgs. 272/1989, ai sensi del quale “il giudice provvede a norma dell’art. 28 del d.p.r. 22 settembre 1988, n. 448, sulla base di un progetto di intervento elaborato dai servizi minorili dell’amministrazione della giustizia, in collaborazione con i servizi socio – assistenziali degli enti locali”.
La discussione è incentrata sulla successione cronologica tra l’ordinanza e l’elaborazione del progetto.
Secondo alcuni autori dalla lettera dell’art. 27 si evincerebbe che l’ordinanza dovrebbe essere emessa sulla base del progetto di intervento, ciò attribuirebbe al progetto il valore di antecedente necessario del provvedimento con cui il giudice da inizio alla prova, pertanto la sua elaborazione dovrebbe precedere l’udienza in cui viene disposta la sospensione.
Questo non significa che gli organi assistenziali possano predisporre autonomamente i progetti di intervento, ciò risulterebbe infatti escluso per due ragioni fondamentali. In primo luogo ai servizi sociali vengono riconosciute funzioni di assistenza psicologica verso il minore e di acquisizione di elementi utili riguardo alla sua personalità al fine di portarli alla conoscenza del giudice, mentre in nessuna disposizione si fa riferimento ad una funzione di individuazione delle misure applicabili ai minori.
Ad ulteriore conferma di tale argomentazione viene richiamato il fatto che la decisione di mettere alla prova il minore dovrebbe essere preceduta dall’accertamento della responsabilità, solo dopo si dovrebbe iniziare l’elaborazione del progetto. Qualora invece il progetto dovesse essere predisposto prima che venga compiuto tale accertamento, non solo i servizi correrebbero il rischio di proporre al minore la messa alla prova senza che questi sia colpevole per il fatto che gli viene addebitato, ma potrebbero vedere la loro valutazione non condivisa dal giudice.
Deve pertanto considerarsi del tutto illusorio pensare che i servizi possano elaborare di propria iniziativa un progetto che, non solo potrebbe non essere accolto dal giudice, ma che addirittura potrebbe non essere mai richiesto. Queste ipotesi avrebbero come conseguenza il disorientamento del minore, il quale potrebbe attribuire alla misura natura amministrativa e non penale, ritenendola di competenza di organi extragiudiziari, in netto contrasto con il principio di obbligatorietà dell’azione penale sancito dall’art. 112 Cost.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Sospensione del processo e messa alla prova
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Informazioni tesi
Autore: | Edoardo Vassallo |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Cagliari |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Leonardo Filippi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 132 |
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