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L'Italia nella cooperazione internazionale: il caso di studio sulla politica dei vaccini

Il problema dei brevetti sull’accesso ai farmaci: mercato e “non mercato”

Il sistema dei brevetti è uno strumento di politica sociale concepito per stimolare l’innovazione: i farmaci protetti dai brevetti sono costosi e il detentore del brevetto ha il monopolio del farmaco per almeno 20 anni e in questo periodo ne trae il massimo profitto.
Prima della nascita dell’OMC, numerosi stati non riconoscevano il diritto dei brevetti sui prodotti farmaceutici, con grande rammarico dei maggiori laboratori farmaceutici, i cui prodotti non potevano essere protetti ovunque.
Il problema è sapere se i prodotti farmaceutici e più in generale i prodotti destinati alla salute possono essere considerati, o meno, semplici merci. Le regole dell’OMC trattano i farmaci brevettati come i CD o come una Barbie. Eppure i farmaci svolgono un ruolo sociale significativo in ragione del loro stretto rapporto con un diritto fondamentale: il diritto alla salute. Dato che sono stati classificati nella categoria dei beni essenziali, a maggior ragione le politiche messe in atto dovrebbero rendere i prodotti farmaceutici disponibili, per chiunque lo desideri, a prezzi abbordabili. I difficili negoziati attorno all'accordo TRIPS hanno comunque permesso di introdurre due disposizioni che tengono conto della realtà delle emergenze sanitarie pubbliche nei PVS. Si tratta delle cosiddette TRIPS Flexibilities, clausole di salvaguardia che permettono ad ogni Paese di tutelare la salute dei propri cittadini.
Alcuni dubbi esistono in merito al ruolo assunto dalla protezione della proprietà intellettuale come stimolo per l’innovazione. Se si pensa a tre fondamentali invenzioni, come la penicillina, la televisione e il transistor, solo nell’ultimo caso l’inventore si è arricchito grazie ad un brevetto.
I brevetti non costituiscono il solo ostacolo all'accesso a nuovi farmaci in paesi poveri di risorse, ma, dalla creazione dell'OMC e dalla conclusione dell'Accordo TRIPS hanno giocato un ruolo importante se non determinante. Garantendo un monopolio sulla produzione e sulla vendita, permettono di recuperare i costi globali per la Ricerca e Sviluppo (R.&S.) e stimolano ulteriori investimenti. All'interno di questo schema, le aziende investono preferibilmente in mercati commercialmente remunerativi e tendono a dimenticare quelli poco redditizi, cioè le aree in cui i bisogni sanitari sono maggiori. Il modello d'incentivazione pare avere poco o nessun valore quando si parla di bisogni della gente nei paesi poveri di risorse. Ci vuole un diverso approccio, per far sì che il programma della R.&S. sia orientato alla salute pubblica. Negli ultimi 25 anni sono stati sviluppati più di 1.500 nuovi farmaci, ma solo l'1% di questi hanno riguardato malattie tropicali. Negli ultimi 20 anni la protezione di brevetti è aumentata mentre il tasso di innovazione è diminuito, con un aumento del numero di farmaci cosiddetti 'mee-too', cioè prodotti che non rappresentano alcuna innovazione terapeutica rispetto a quelli precedentemente già presenti sul mercato. Questa crisi globale dell'innovazione farmaceutica ha ovviamente un impatto per il benessere di tutti i malati del mondo, ma gli effetti negativi sono ingigantiti per coloro che vivono in Paesi in via di sviluppo. Secondo Medici senza Frontiere, è fondamentale ed urgente che ci si interroghi per capire se le norme tuttora in vigore permettano ancora l’accesso generale ai farmaci essenziali. In un mondo in cui essi sono diventati brevettabili ovunque, le istituzioni nazionali dovrebbero garantire un forte sostegno politico ai Paesi che si avvalgono delle flessibilità contenute nei TRIPS. L’accesso ai farmaci essenziali rappresenta una necessità ed un diritto fondamentale di ogni popolazione ma sa oggi le istituzioni nazionali e internazionali non sono riuscite a realizzare le condizioni necessarie affinché:
- siano disponibili in modo adeguato, tempestivo e sostenibile per tutte le popolazioni, incluse quelle vulnerabili;
- si colmi il drammatico squilibrio esistente fra i paesi industrializzati e i paesi poveri, in riferimento al diritto di accesso a terapie essenziali e salvavita.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'Italia nella cooperazione internazionale: il caso di studio sulla politica dei vaccini

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Pinassi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Luca Verzichelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 80

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