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La funzione dei parchi nella tutela e nella valorizzazione delle risorse ambientali. Dal parco di Yellowstone al parco del Delta del Po

Il primo parco nazionale: Yellowstone

Il Parco Nazionale di Yellowstone venne istituito il 1° marzo del 1872 dal Presidente Ulisse Grant e venne concepito come uno spazio per il beneficio e per il diletto della collettività, “for the benefit and enjoyment of the people”. Non c’erano ancora motivazioni ecologiche, ma prevalevano le motivazioni estetiche e ricreative, in cui la natura veniva protetta in virtù della bellezza e della spettacolarità dei paesaggi, non in virtù di principi etici o ecologici; al centro c’era sempre l’uomo il quale traendo piacere dalla vista della natura incontaminata, si preoccupava, per quanto possibile, di preservarla intatta.
Oggi, il Parco di Yellowstone è uno dei parchi più famosi e visitati degli Stati Uniti; sono stati stimati più di 2 milioni di visitatori all’anno. Questo fatto è dovuto, oltre che alla straordinaria bellezza dei paesaggi, anche alle ottime strutture ricettive che permettono ai turisti di soggiornare per lunghi periodi e ammirare così tutti gli aspetti del luogo; qui infatti si trova il più grande albergo del mondo costruito interamente di legno: si chiama “Old Faithful”, proprio come il più famoso degli oltre 200 geysers, ed è stato costruito nel 1904. I turisti hanno inoltre la possibilità di spostarsi all’interno del parco su diligenze, anch’esse di legno, trainate da cavalli.

Il Parco si estende per una superficie di quasi 9.000 Kmq tra gli stati di Wyoming ( 96% della superficie), Montana (3% della superficie), e Idaho (1% della superficie). Il 5% dell’area è occupato dall’acqua, il 15% è costituito da praterie e l’80% è invece occupato dalle foreste. Le specie animali e vegetali sono molto varie, anche se numericamente molto ridotte rispetto a un secolo e mezzo fa: quando il parco venne istituito gran parte degli animali era già stata sterminata dai cacciatori, pertanto il ripopolamento fatica a riportare gli individui di ogni singola specie alla stessa quantità che si calcolava nei tempi precedenti la colonizzazione. Ad esempio, i bisonti che erano circa 60 milioni agli inizi del XIX secolo, erano ridotti a soli 25 esemplari nel 1872, quando fu istituito il parco; ora, a più di un secolo dalla fine del loro sterminio, si contano all’incirca 60.000 esemplari. Tra i mammiferi segnaliamo la presenza di: orsi (il “grizzli” e il “baribal”, l’orso nero americano), alci, cervi (tra cui il “cervo-mulo”), capre, marmotte e antilopi. Tra gli uccelli, ci sono molti rapaci, poi le oche del Canada che vengono a svernare in questa zona grazie alle sorgenti di acqua calda che rendono mite il clima, pellicani, gabbiani, e il bellissimo cigno-trombettiere di cui erano rimasti davvero pochissimi esemplari poiché il suo piumaggio era ricercato nell’industria della moda.

Il compito di tutelare il parco e di vigilare sul corretto comportamento dei visitatori è affidato ad apposite guardie chiamate rangers. E’ importante segnalare che il regolamento del parco prevede l’intervento umano solo nel caso in cui ci siano problemi causati dall’uomo stesso, mentre qualsiasi evento causato da fattori naturali non deve essere in alcun modo arrestato ma deve seguire il suo corso. Nel 1988, ad esempio, un fulmine provocò un violento incendio che portò alla distruzione di un terzo della superficie del parco, e in questo caso non si intervenne poiché la causa era naturale e non dolosa; paradossalmente, anche un incendio può avere un importante ruolo nell’ecologia di un ambiente, dal momento che le ceneri reintegrano nel suolo i sali minerali utilizzati dalla vegetazione.

Per quanto riguarda la storia geologica dell’area, possiamo dire che essa nacque dall’acqua e dal fuoco. Fino a 65 milioni di anni fa queste terre erano completamente sommerse dall’acqua, poi, a causa di spostamenti tellurici e di conseguenti fenomeni vulcanici, emersero le rocce (la catena delle Montagne Rocciose), e le terre. Qui, si concentra ancor oggi la più intensa attività geotermica di tutto il pianeta: ci sono moltissime sorgenti termali, come le famose “Terme di Minerva”, e i geyser, ovvero enormi getti di vapore che vengono emessi ad intervalli regolari; il più noto è “Old Faithful”, (Vecchio Fedele), che libera un getto di vapore circa ogni ora e un quarto.

Prima dell’arrivo degli europei, qui abitavano le tribù indigene dei Piedineri, dei Corvi e degli Show-Show; poi le terre vennero occupate con la forza dai francesi e solo nel 1803 questi le vendettero al governo degli Stati Uniti. Proprio a partire da questa data iniziarono le vicende che, poco più di cinquant’anni dopo, portarono all’istituzione del Parco di Yellowstone. Le caratteristiche singolari di quest’area vennero ben presto notate da esploratori e avventurieri che si addentravano in quelle zone poco ospitali. Uno dei primi esploratori che raccontarono le meraviglie di Yellowstone fu un cacciatore di animali da pelliccia: Jim Bridger.
Jim Bridger era nato nel 1804 a Richmond, in Virginia, e nel 1812 si era trasferito nel Missouri. All’età di 22 anni, nel 1826, il giovane Bridger incominciò la sua attività di cacciatore di pelli unendosi alla spedizione guidata da William Ashley e Andrew Henry lungo il Fiume Missouri, alla ricerca dei castori. La spedizione, composta complessivamente da una decina di persone, navigò lungo il Missouri su una zattera di legno per ben 1.800 miglia, poi risalì il Fiume Yellowstone, che si immette nel Missouri al confine tra Montana e Nord Dakota. Jim esplorò quelle terre palmo a palmo, divenendone il più esperto conoscitore.
Fondò la American Fur Company (Compagnia Americana delle Pellicce), e si guadagnò da vivere accompagnando gruppi di cacciatori sulle Montagne Rocciose. Nel 1842 si trasferì nella parte meridionale del Wyoming, in un centro che da quel momento in poi portò il suo nome e divenne un luogo di ritrovo di tutti i cacciatori di pelli dello Stato del Wyoming: Fort Bridger. Negli anni successivi egli, come maggior esperto di quelle zone, accompagnò anche gruppi di cercatori d’oro nelle miniere del Montana e fu una delle guide che l’Esercito Statunitense scelse nella ricerca degli Indiani ribelli. Morì a 77 anni nel 1881 a Kansas City, (Missouri), dove viveva da due anni gestendo una fattoria.
Durante la sua vita, Jim Bridger aveva descritto alla gente di città i paesaggi surreali che aveva visto durante i suoi viaggi lungo il fiume Yellowstone, ma raramente gli si era creduto. Egli raccontava di aver visto “montagne coperte di ghiaccio ma solcate da torrenti di fuoco”, diceva “che ogni tanto la terra tremava e sprigionava colonne di vapori alte fino a cento e anche duecento piedi che formavano, ricadendo, laghi fumanti d’acqua bollente”. (AA.VV., Parchi Nazionali, Novara, De Agostini, 1998, pag. 9).

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La funzione dei parchi nella tutela e nella valorizzazione delle risorse ambientali. Dal parco di Yellowstone al parco del Delta del Po

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Informazioni tesi

  Autore: Annalisa Forlani
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Ferrara
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere moderne
  Relatore: Franca Ciprani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 347

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