Il percorso della persona transessuale per il cambiamento del sesso
Il percorso della persona transessuale
L'iter di transizione non è un percorso lineare, perché le persone che intraprendono questo cammino sono molto diverse l'una dall'altra; hanno storie, studi ed età molto differenti. Il percorso psicologico Il primo grande ostacolo da superare per la persona transessuale è la presa di coscienza di ciò che si è.
Molti, nella fase iniziale, cercano di nascondere quello che sono per la paura di affrontare l ‘argomento o perché pensano che sia una “fase passeggera” (Periodo della “negazione di sé” capita che i transessuali si sposino ed abbiano figli oppure hanno assunto ruoli importanti a livello lavorativo; quindi non vogliono mettere tutto in discussione.) .
Col tempo però, si rendono conto che questa non è una soluzione. Il transessuale, è sottoposto a un forte stress, fino alla sua decisione di intraprendere il cambiamento del sesso, momento intimo e molto delicato che definirà la sua vita futura. A questo passaggio “interno” viene corrisposto un iter “esterno” al quale la persona inizia a “[…]voler essere ciò che si sente: da un lato vorrebbe bruciare i tempi. Dall'altro si vorrebbe rallentare”.
Questo è un periodo in parte pesante, perché si prende coscienza delle difficoltà sociali e di una discriminazione particolarmente elevata che spesso deriva anche dagli operatori ai quali si chiede aiuto per la loro ostilità o impreparazione; in parte questo percorso si rileverà liberatorio.
Da qui, la persona, direttamente o attraverso le associazioni di utenti, arriva a contattare specialisti per capire meglio se stessa o per ottenere terapie ormonali e chirurgiche. Gli psicologi, gli psichiatri e i medici, si chiedono se l ‘adeguamento del corpo alla mente sia giusto o sbagliato, se sia etico oppure no.
La risposta che d ‘impulso verrebbe da dare è che è più semplice modificare la mente, la psiche rispetto al corpo, ma è anche vero che fino ad oggi non è stata approvata alcuna tecnica psicoanalitica che possa far cambiare idea a una persona transessuale. Ma, come Adriana Godano41 afferma: “[…] è giusto, etico, morale? La risposta in parole semplici, è: sì, di fronte alla sofferenza, alla complessità e alla predominanza della psiche sul soma, lo era, lo è. […]”.
Psicologi, psichiatri e psicoterapeuti, sono indispensabili per un percorso di riattribuzione del sesso sia per lo studio dell’identità di genere della persona, sia per escludere altre patologie psichiatriche. A volte questo primo approccio viene vissuto come obbligo quindi non adeguatamente sfruttato dall’utente.
Gli operatori “psi” d‘altra parte, non devono essere considerati come chi ha il potere di far cambiare idea perché il transessuale ha come unico obiettivo quello di modificar il proprio corpo che non riconosce come suo attraverso operazioni chirurgiche e non tanto che qualcuno arriverebbe al suicidio.
La terapia ormonale è una fase cruciale per il/la transessuale perché è il primo passo che permette la trasformazione del corpo oltre ad avere un grande effetto di sollievo a livello psicologico. Lo scopo preliminare, quindi, è quello di inibire manifestazioni fisiche specifiche del sesso biologico di appartenenza. Innanzitutto, si procede con un ‘osservazione psicologica di almeno sei mesi volta a valutare se la persona sia in grado o meno di proseguire il percorso intrapreso. Vengono, quindi, escluse patologie psichiatriche verificando, infine, la robustezza dell ‘io.
- MtF: nella transizione da maschio a femmina, gli aspetti più importanti da eliminare sono i peli e la barba, quello da accentuare è il seno. Altri problemi da risolvere, inoltre, sono: la diminuzione della calvizia, la voce e la cessazione dell ‘erezione. Tutti questi obiettivi si riescono ad ottenere solamente in parte con la somministrazione di estrogeni; altrimenti si ricorre alla chirurgia estetica coperta raramente dal servizio sanitario nazionale.
- FtM: nella transizione da donna a uomo, invece, gli elementi più importanti da ottenere sono barba e peli; quelli da rimuovere sono il ciclo mestruale e il seno, che spesso viene nascosto utilizzando delle strette fasciature. È importante rilevare che la terapia ormonale può avere sul soggetto una spinta di conferma su ciò che vuole diventare, o al contrario, indurlo a riconsiderare il percorso fatto sino ad ora. Gli effetti degli ormoni, se assunti per un periodo limitato sono reversibili; altrimenti, il trattamento, dovrà continuare per tutta la vita, in modo tale da poter garantire il giusto apporto di estrogeni/androgeni, sempre sotto stretto controllo medico.
- In relazione al supporto psicologico e, all ‘inizio della terapia ormonale, la persona viene iniziata alla fase del “Real Life Test” o “Test di vita reale”. Essa, inizia a vivere nel mondo come persona del sesso a cui sente di appartenere adottando il ruolo di genere adeguato in termini di abbigliamento, comportamento, espressione, ecc.
Questa fase è fortemente auto-diagnostica e molto importante, perché, la persona deve dimostrare, a se stessa e agli altri, di saper vivere nella realtà seguendo il ruolo di genere scelto. È a questo punto, quindi, che uomini e donne transessuali devono mostrarsi per ciò che sono alla famiglia, ai vicini, ai colleghi; perché il loro cambiamento deve avvenire dentro la società e nel contesto relazionale in cui vive la persona.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il percorso della persona transessuale per il cambiamento del sesso
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Informazioni tesi
Autore: | Ivana Tomasoni |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze dell'educazione e della formazione |
Relatore: | Giancarlo Tamanza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 71 |
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