L’Umanesimo Liberale di Wilhelm Röpke

Wilhelm Röpke, è stato un sostenitore della scuola austriaca e degno rappresentante di quella friburghese, contribuendo allo sviluppo della struttura teorica e della visione politica, mettendo in guardia dai pericoli di consolidamento politico e sottolineando il legame tra cultura e i sistemi economici. PiĚ di ogni altro intellettuale del suo tempo, ha esplorato i fondamenti etici di un ordine sociale basato sul mercato. Ha difeso il libero mercato sottolineando che le crisi sociali e il declino culturale non sono il prodotto della società libera, ma che è necessario rivolgere l’attenzione al controllo dello Stato, alla centralizzazione politica, al welfare e all’inflazione, quali fonti primarie del degrado sociale. Röpke ha fortemente influenzato la direzione della riforma economica tedesca del dopoguerra ed è diventato un punto di riferimento per la formazione intellettuale di quel periodo.

Ritengo che il merito che si può attribuire a Röpke, più di ogni altro, sia quello di aver proposto una soluzione per ciascuno degli aspetti trattati, con competenza ed efficacia. Lui stesso ne era convinto della validità di quanto asseriva a tal punto che è riuscito a trasmetterlo all’intera classe politica tedesca del suo tempo. Un vero successo se si considera che le sue teorie non erano solo aride teorie, ma che potevano essere messe in pratica e che i risultati ottenuti ne erano la conferma della loro validità.

Röpke potrebbe essere considerato un rivoluzionario dell’economia di mercato perché le sue idee lo sono – in senso positivo e costruttivo –, e spesso ritroviamo questa parola mischiata assieme ad altre, in concetti che non hanno nulla di rivoluzionario. Per questo Röpke è stato un innovatore che ha lasciato il segno su molte generazioni di intellettuali.
Il suo pensiero è riuscito a varcare i confini del suo paese, la Germania, per diventare punto di riferimento e fonte smisurata per tutti gli studiosi di economia a livello internazionale. Concludo con una sua definizione sul ruolo degli economisti di tutti i tempi e in tutto il mondo che è anche un’autodefinizione:

“Gli studiosi di economia politica debbono far sì che le cognizioni essenziali della loro scienza divengano parte del patrimonio vivo di cultura dei nostri tempi.” (W. Röpke – Democrazia ed economia)