I bilanci comunali tra federalismo fiscale e partecipazione
Il patto di stabilità territoriale per gli enti locali
Il Patto di Stabilità Territoriale (di seguito PST) si configura come la possibilità per le Regioni di intervenire nel patto di stabilità degli enti locali presenti nel proprio territorio.
Sono state individuate due modalità:
- Patto di stabilità verticale
La Regione concede agli enti locali di poter sforare il patto di stabilità concedendone parte del proprio: viene ripartita, in base a criteri stabiliti, una somma recuperata dal patto di stabilità della Regione che viene messa a disposizione degli enti locali.
- Patto di stabilità orizzontale
Gli enti locali comunicano alla Regione gli spazi finanziari24 (relativi al patto di stabilità) che possono concedere o di cui necessitano e la Regione attiva un meccanismo di compensazione tale da ripartire tutti gli spazi finanziari disponibili; per garantire che l’obiettivo complessivo di saldo degli enti locali sia rispettato, la somma tra gli spazi effettivamente ceduti e quelli acquisiti deve essere pari a zero.
Uno dei primi riferimenti normativi è l’articolo 77-ter comma 11 del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito con modificazione dalla legge 6 agosto 2008 n. 133, il quale permette alle Regioni di adattare le regole e i vincoli posti dal legislatore nazionale, in materia di obiettivi di saldi finanziari, per gli enti locali del proprio territorio (fermo restando l’obiettivo complessivo degli enti locali della Regione).
A rafforzare tale facoltà, è intervenuto l’articolo 7-quater comma 7 del decreto legge 10 febbraio 2009 n.5, convertito con modificazioni dalla legge 9 aprile 2009 n.33, in cui viene definito come applicare il comma dell’articolo precedente: ogni Regione definisce e comunica agli enti locali il nuovo obiettivo di patto di stabilità interno per ciascuno degli anni 2009/2011, determinato sulla base dei criteri stabiliti in sede di Consiglio delle autonomie locali.
L’evoluzione della normativa porta alla la legge 13 dicembre 2010 n. 220, che ha ulteriormente specificato la regionalizzazione del Patto di stabilità dal 2011, consentendo alle regioni di integrare le regole e modificare gli obiettivi di saldo per gli enti locali del proprio territorio (fermo restando l’obiettivo complessivo del comparto regionale). I nuovi obiettivi per i singoli enti andranno comunicati entro il termine perentorio del 30 giugno di ogni anno (per il 2011 il termine è spostato al 31 ottobre).
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in adempimento rispetto alle norme previste, ha emanato il 6 ottobre 2011 un decreto che definisce in modo chiaro l’applicazione del patto orizzontale (per l’anno 2011) che le Regioni possono strutturare con i propri enti locali. I Comuni comunicano alle rispettive Regioni e all’Associazione Nazionale Comuni Italiani regionale (di seguito ANCI) l’entità degli spazi finanziari che sono disposti a cedere o di cui necessitano, nell’anno in corso, e le modalità, rispettivamente, di recupero o di cessione dei medesimi spazi nel biennio successivo (gli enti che hanno ceduto spazi finanziari, otterranno una modifica migliorativa del loro saldo obiettivo, viceversa gli enti che hanno ricevuto spazi finanziari, dovranno peggiorare il loro saldo obiettivo).
Questo brano è tratto dalla tesi:
I bilanci comunali tra federalismo fiscale e partecipazione
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Informazioni tesi
Autore: | Andrea Esposito |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze economico-aziendali |
Relatore: | Francesco Maria Spano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 166 |
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