Cyberantropologia: Identità e comunicazione on-line
Il parlare in chat
L'inquadramento di una tecnologia all'interno di un'altra (della scrittura alfabetica all'interno delle chat), crea nelle persone che vi sono coinvolte la necessità di produrre pratiche comunicative per riprodurre la maggiore ricchezza di significati possibile e queste pratiche vengono poi utilizzate per adottare strategie di costruzione identitaria condivise e legate al contesto, che escludono chiunque non appartenga a tale contesto; questa esclusione è quel che porta a parlare di “comunità” e di “linguaggio” specifico per questo tipo di realtà. Tali comunità hanno delle caratteristiche particolari e una di queste, per quanto riguarda le chatline, è l'utilizzo delle emoticons che diventano uno strumento per la creazione di significato all'interno della relazione e per la riproduzione dell'ordine sociale.
In chat si “parla” e l'evidenza che non si usi il verbale per poter parlare già provoca una contraddizione nel mantenimento della dicotomia oralità/scrittura nella descrizione delle modalità d'interazione in chat, la scrittura può essere usata in modo strategicamente alternativo dagli individui per riprodurre un certo tipo di rappresentazioni; tali rappresentazioni derivano direttamente dalla vita al di fuori delle chat, ma trovano al loro interno dei significati nuovi, rappresentati da nuovi comportamenti socialmente e culturalmente significativi (i rituali, volendo continuare ad utilizzare la terminologia di Goffman).
Il rapporto tra oralità e scrittura in chat, se si continua ad utilizzare il significato che “oralità” e “scrittura” hanno nel linguaggio “off-line” è di difficile comprensione: la circolarità e l' astoricità (Tedlok 200246) tipiche delle culture che vengono classificate come orali si mescolano all'individualismo e alla storicità delle culture alfabetiche; ma questa comparazione ha poco senso: le chat sono dei luoghi in cui le persone non lottano per condurre un'esistenza, piuttosto sono un luogo,o meglio un non-luogo, tra i tanti che la contemporanea cultura globale ha prodotto e come tale va visto in relazione agli altri contesti cui partecipano le persone che vi si trovano. Ciò non toglie che all'interno di questo non-luogo si possano creare nuove pratiche sociali e culturali; la chat, come molti altri prodotti della rete, crea degli ibridi (Latour 1995) che oltrepassano le dicotomie.
Concludendo, l'analisi di alcuni degli usi che si possono fare di una nuova pratica comunicativa come quella delle emoticons fa comprendere come il parlare sia una dimensione che va oltre la tecnologia che si utilizza nel farlo anche se la tecnologia, ovviamente, indirizza le pratiche comunicative e rende possibile la creazione di nuovi significati che possono essere utilizzati dagli individui come ancore per produrre una certa rappresentazione di sé: se usare in modo appropriato le emoticons ha una valenza identitaria (esprime l'appartenenza ad un certo tipo di cultura, cultura nata nel mondo delle chat, ma che può essere vista anche al di fuori di tale mondo, ad esempio negli SMS) e rituale (nel senso visto per l'espressione di contegno e deferenza), può essere interessante vedere in che modo altre forme di comunicazione in rete, partendo da una necessità tecnica, siano diventate delle ottime metafore per la descrizione della cultura che appartiene a chi ne fa uso.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Cyberantropologia: Identità e comunicazione on-line
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Informazioni tesi
Autore: | Marco Ferrieri |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Milano - Bicocca |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Antropologia |
Relatore: | Vincenzo Matera |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 115 |
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