Le determinanti del salario di riserva dei giovani in Italia

Quando le persone residenti nelle zone povere di un determinato paese dichiarano salari di riserva più elevati rispetto a quelli dichiarati dai residenti delle zone ricche, si crea un paradosso. Questa situazione è presente, come spiegato in precedenza, anche in Italia, dove il salario di riserva medio al sud è più elevato rispetto a quello del resto della penisola. Tutto ciò risulta essere alquanto paradossale in quanto non è logico che al Sud, dove il tasso di disoccupazione è molto più elevato rispetto al resto d’Italia e il PIL pro-capite è quasi il 50% inferiore rispetto a quello del Nord, i salari di riserva siano significativamente più elevati.

Per determinare il giusto differenziale regionale di w*, ovvero la differenza tra il salario medio di riserva osservato nelle regioni a bassa disoccupazione rispetto a quello osservato nelle regioni ad alta disoccupazione, gli autori utilizzano due diverse tipologie di stima che forniscono lo stesso risultato: entrambi i processi concordano nell’affermare che il differenziale salariale tra Nord-Sud è vicino allo zero per gli uomini e positivo per le donne. Ciò significa che le donne residenti nel meridione avranno salari di riserva decisamente più elevati rispetto a quelle residenti al nord.

L’analisi svolta da Sestito e Viviano (2008) prende in considerazione, oltre all’Italia, anche altri paesi dell’unione europea e, per ciascuno di essi, identifica due macro categorie di regioni etichettate come “tasso di disoccupazione basso” (regioni in cui il tasso di disoccupazione è inferiore alla media nazionale) e “alto tasso di disoccupazione” (regioni in cui il tasso di disoccupazione è superiore alla media nazionale). Nella figura 3.1, a puro titolo informativo, sono riportate, per ogni stato europeo analizzato, le regioni in cui i tassi di disoccupazione sono alti. È interessante osservare che in Italia le regioni in cui il tasso di disoccupazione è alto sono tutte situate al Sud.