Il sostegno delle istituzioni al processo di integrazione dei bambini stranieri nella scuola primaria
Il panorama europeo sull'integrazione dei bambini stranieri
Come è già stato detto più volte precedentemente, un vero processo di integrazione si basa sì sulla conoscenza della cultura del paese ospitante, o meglio ancora, sulla conoscenza della cultura del paese ospitante e di quella del paese di origine dei migranti, ma soprattutto sulla conoscenza della lingua, elemento fondamentale per potersi esprimere, per poter comunicare, per farsi conoscere e quindi integrarsi.
Il diritto europeo nonostante stabilisca l'uguaglianza di trattamento dei bambini cittadini dei vari Stati e dei figli di genitori cittadini di paesi terzi e di residenti da lungo tempo, prevede che gli Stati membri possono limitare questo diritto richiedendo che i bambini dimostrino un adeguato profitto nella lingua di insegnamento.
Per questa ragione i diversi Stati europei hanno risposto a questa necessità attuando sia nella società che nelle scuole i seguenti modelli di integrazione: assimilazionista, separatista, multiculturalista e integrazionalista, definiti da J. W. Berry strategie di acculturazione.
«Acculturation is a process of negotiation in which individuals emerge with their own interpretation of appropriate values, customs, and practices, as a result of the negotiate between the cultural contexts.» (Berry, 1980)
L'esistenza di una pluralità di modelli ci permette di capire quanto complessa sia questa tematica, a punto tale da non poter ancora affermare quale sia il modello migliore per garantire l'integrazione, molto spesso, anzi, questi modelli tendono a convivere tra di loro.
Il modello assimilazionista, accolto in Europa dalla Francia, si basa sull'omogeneizzazione delle differenze culturali, facendo scomparire i tratti culturali discordanti e facendo conformare i nuovi arrivati ai modelli di comportamento della popolazione autoctona, i quali si impongono alla personalità dell'immigrato e lo obbligano a spogliarsi di ogni elemento culturale proprio (deculturazione e depersonalizzazione). Come afferma il prof. Antonio Genovese:
«[…] Si tratta di una pratica educativa che procede in maniera unidirezionale dal soggetto straniero verso la società, e che punta all’adattamento alla nuova realtà, cioè a far acquisire lingua e regole sociali del paese di accoglienza per vivere in un contesto culturale cui, chi migra, è costretto ad aderire nel momento in cui fa un trasloco geografico e culturale. […]»
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il sostegno delle istituzioni al processo di integrazione dei bambini stranieri nella scuola primaria
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandra Crippa |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi dell'Insubria |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze della mediazione linguistica |
Relatore: | Barbara Pozzo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 95 |
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