I mosaici bizantini nella Sicilia Normanna. La magnificenza del ciclo musivo del Duomo di Monreale
Il Palazzo dei Normanni
Massimo esempio di architettura laica normanna è il Palazzo dei Normanni o Palazzo Reale che venne edificato nel cuore dell’antica città di Paleòpoli, sotto Ruggero II divenne un complesso polifunzionale, centro nevralgico del potere amministrativo nonché emblema della monarchia Normanna.
Costruito sulle rovine di un precedente edificio arabo, il “Qasr” ovvero il Castello, risalente al IX secolo, utilizzando alcune strutture preesistenti venne ampliato nel corso dei secoli; come riportato dalle fonti ottocentesche Roberto il Guiscardo lo ingrandì dotandolo della Cappella di Gerusalemme, il gran Conte Ruggero nell’XI edificò la Torre Greca, i quartieri per opifici e armigeri, in seguito Ruggero II provvide ad ordinare i lavori di abbellimento e ampliamento per l’utilizzo del Palazzo come reggia. Nel 1132 edificò al suo interno la Cappella privata degli Altavilla la straordinaria Cappella Palatina (A) e il Tiraz l’antico opificio di epoca araba nel quale venne realizzato il celebre mantello di Ruggero II, datato dall’iscrizione al 1133-3429 oggi conservato a Vienna al Kunsthistorisches Museum, il quale per stile e iconografia rimanda alla tradizione orientale (Fig.5).
Il Palazzo strutturalmente si presentava volumetricamente come un parallelepipedo irregolare con quattro grandi torri angolari: la torre Pisana o cosiddetta di S. Ninfa (B), la Greca edificata sotto il Gran Conte Ruggero I, la torre Chirimbi e la Joaria dall'arabo aljawhariyya, “ingioiellata” eretta da Ruggero II, collegate tra di loro da un sistema di portici alternati a giardini.
Nel Palazzo si distinguevano tre aree architettoniche: il centro religioso strettamente collegato alla Cappella Palatina, l’area destinata alle funzioni di pubblica rappresentanza di cui si ricorda l’Aula Regia distrutta intorno al XVI secolo, e l’ala residenziale sistemata nelle torri (Fig.6 a;b;c). Di quest’ultime rimane ancora visibile solamente la torre Pisana che riprende, nella sala centrale, sia le caratteristiche tecniche costruttive delle residenze nobiliari anglo-normanne sia i caratteri costruttivi derivati dalla fusione dei modelli islamici e bizantini, presenta dunque una pianta centrale e la tipica copertura a cupola.
In un vano dell’antica Torre Joaria ossia in quella parte del Palazzo adibita a residenza privata venne creata la cosiddetta Sala di re Ruggero che presenta un impianto rettangolare e una copertura a volta a crociera. Le pareti presentano un alto zoccolo marmoreo e una ricca decorazione musiva di carattere profano che presenta temi iconografici di chiara ispirazione orientale frutto dell’osmosi tra la cultura figurativa islamica e bizantina.
Il mosaico della sala di Ruggero II
L’apparato musivo che impreziosisce la stanza del re risale al XII secolo, venne infatti molto probabilmente concluso durante il regno di Guglielmo II (1154 al 1166).
Come precedentemente detto, esso rappresenta un raro esempio di mosaico profano con scene di carattere aulico e venatorio (Fig.7).
L’uso delle tessere con lamina dorata lo rendono come un arazzo sfavillante che ricopre interamente le pareti, le lunette, i sottarchi e la volta della sala. La decorazione di quest’ultima risulta essere particolarmente interessante, è riccamente decorata con girali di rami con foglie e fiori alternata in corrispondenza degli incroci da fasce geometriche e leoni e grifi raffigurati entro clipei (Fig.8).
Le scene di caccia atte a simboleggiare il potere normanno, vengono rappresentate su uno sfondo di una variegata vegetazione con piante rare, palme e alberi carichi di coloratissimi frutti, risultano riccamente elaborate con raffigurazioni di animali tra cui leopardi, cervi, pavoni, grifi e mitologici centauri. Esse rimandano con ogni probabilità alla descrizione Genoardo il “paradiso in terra” dall’ arabo gennet-ol-ardh. Le rappresentazioni pur essendo molto sontuose delineano con lo loro rigidità, come si evince dalle raffigurazioni degli animali che vengono ritratti fronteggiati simmetricamente fra gli alberi con il solo sguardo rivolto allo spettatore, la chiarissima matrice bizantina dell’opera (Figg.9-10).
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I mosaici bizantini nella Sicilia Normanna. La magnificenza del ciclo musivo del Duomo di Monreale
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Informazioni tesi
Autore: | Marcella Licata |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2021-22 |
Università: | Università Telematica "E-Campus" |
Facoltà: | Lingua e Cultura Italiana |
Corso: | Lingua e cultura italiana |
Relatore: | Daniela Ricci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 179 |
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