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Il lavoro nell'età del nichilismo

Il nichilismo: dimensione filosofica e sociologica

Il nichilismo (dal latino nihil, “nulla, niente”), nella sua accezione filosofica e nella versione moderna, nasce nella Germania ottocentesca, come conseguenza della crisi del razionalismo: il termine tedesco Nihilismus viene utilizzato per la prima volta in un pamphlet filosofico del 1799, con lo scopo di attuare un’aspra critica del pensiero razionalista kantiano29.
Nella sua accezione filosofica più lata, il nichilismo si presenta come un’impostazione ed una dottrina di pensiero che concepisce la verità, la realtà, l’esistenza, le credenze religiose ed i valori etico-morali come manifestazioni del Nulla: L’Uomo, la cui libertà si è elevata al di sopra e oltre qualsiasi altro valore, è un uomo condannato alla vacuità, all’indifferenza e al non-senso, un uomo disorientato30.
La dottrina filosofica tradizionale distingue tre declinazioni del nichilismo: il nichilismo c.d. teoretico, che nasce dalla crisi del razionalismo e dalla negazione di ogni fondamento e verità; il nichilismo c.d. etico o morale, che origina da una sorta di svuotamento dell’etica conseguente ad un relativismo estremo, pervasivo e dissolutivo di ogni valore; il nichilismo c.d. tecnico o tecnocratico, che si infiltra al di sotto dell’ideologia della scienza e della tecnica, conducendo alla caduta di ogni domanda di senso, in funzione del dominio della sola razionalità strumentale.
Il nichilismo teoretico, che si traduce anche in una forma di filosofia esistenzialista, è stato oggetto di due principali opere di speculazione, condotte da F. Nietzsche e da A. Camus, che presentano tratti di somiglianza ed al contempo profonde differenze.
Il modello di nichilismo nietzschiano designa quella condizione di pensiero in cui diventa insostenibile distinguere fra cosa in sé e fenomeno, fra realtà e apparenza, fra verità e falsità: viene meno il “mondo vero” ed anche il “mondo apparente”, giacché crollano il concetto di verità ed il correlato concetto di falsità31; la conoscenza non viene più concepita come volontà di verità, ma come “volontà di potenza” (Wille zur Macht)32; si decreta la morte di ogni metafisica con il motto Gott ist tot! (“Dio è morto!”)33; si descrive il nichilismo come la condizione in cui «manca il fine, manca la risposta al perché, tutti i valori si svalorizzano»34, in quanto la negazione della verità si risolve, sul piano morale, nella trasvalutazione di tutti i valori35.
Per l’autore tedesco, l’Uomo deve liberarsi da tutte le opprimenti menzogne metafisiche, non affidandosi più alle “sovraterrene speranze”, divenendo un Übermensch (oltre-uomo), ossia colui che, superata ogni aspirazione verso la trascendenza, vive nella compiuta immanenza del “mezzogiorno apogeo dell’umanità”36.
Il modello di nichilismo camusiano, invece, muove dall’analisi di quello che viene definito l’unico problema filosofico veramente serio, ovvero il suicidio: l’Uomo, consapevole della propria finitezza, rifiutata la dimensione divina ed ogni dimensione metafisica assoluta (c.d. rivolta metafisica), conscio del suo rapporto assurdo con il mondo e dell’insignificanza e nullità del tutto, può optare fra il porre fine alla propria esistenza, il che è filosoficamente inammissibile, o l’accettare con animo felice l’insensatezza della vita, riconoscendo che essa non ha alcun senso, diventando il c.d. eroe assurdo37, ovvero colui che non porta a termine nulla, che ha un compito caratterizzato dall’assenza di inizio e fine, che accoglie totalmente il divenire e la sua immanenza, che cerca la felicità di fronte al nulla ed al non-senso, in una dimensione non soltanto individuale, ma collettiva, fondando una nuova forma di pensiero in una vita in cui riconosce l’assenza di significato logico (c.d. pensiero meridiano)38
[…]




29 Cfr. JACOBI F.H., Lettera a Fichte, La Scuola di Pitagora, Napoli, 2017;
30 VOLPI F., Il Nichilismo, Laterza, Roma-Bari, 2004, p. 126; ENCICLOPEDIA ITALIANA, Treccani, Roma, 1986, pp. 1885 ss.; Cfr.
31 NIETZSCHE F., Crepuscolo degli idoli, Adelphi, Milano, 1988, p. 47;
32 NIETZSCHE F., Al di là del bene e del male, Adelphi, Milano, 1977, p. 186;
33 NIETZSCHE F., La gaia scienza, Adelphi, Milano, 1977, pp. 151 ss.;
34 NIETZSCHE F., Frammenti postumi, Adelphi, Milano, 1971, p. 14;
35 Cfr. NIETZSCHE, La volontà di potenza, Bompiani, Milano, 2001;
36 NIETZSCHE F., Così parlò Zarathustra, Adelphi, Mlano, 1986, p. 47;
37 Cfr. CAMUS A., Il mito di Sisifo, Bompiani, Milano, 2008;
38 Cfr. CAMUS A., L’uomo in rivolta, Bompiani, Milano, 2005;

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il lavoro nell'età del nichilismo

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Informazioni tesi

  Autore: Davide Chinnì
  Tipo: Tesi di Master
Master in Master di II liv. - Diritto del llavoro, Welfare e servizi per l'impiego
Anno: 2024
Docente/Relatore: Paola barbara Helzel
Istituito da: Università della Calabria - UNICAL di Cosenza
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 33

FAQ

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nichilismo
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