Il turismo a Salò e la nascita del MuSa
Il MuSa
Il MuSa, Museo di Salò, è stato inaugurato il 6 giugno 2015 presso la Chiesa di Santa Giustina: complesso fondato nel 1587 per celebrare la vittoria contro i Turchi a Lepanto (7 ottobre 1571) e fino al 1773 ospitò il collegio dei padri Somaschi. Con la soppressione della comunità somasca da parte dei Veneziani, la struttura continuò ad essere uno spazio dedicato alla formazione, ospitando il collegio civico e le scuole tecniche fino ad anni recenti. L'aspetto attuale è frutto dell'intervento del 1897 di Angelo Fuchs (autore di alcune splendide architetture liberty gardesane), chiamato a trasformare il complesso in edificio scolastico dopo i danni causati dai garibaldini nel 1859 che portarono alla sconsacrazione della chiesa, anche per il fatto che questa, edificata oltre le mura, era collegata al centro cittadino con una scalinata. Il complesso ha subìto un ulteriore intervento conservativo nel 2005-2009, garantendo così la piena accessibilità degli spazi ai diversamente abili. Restano oggi poche testimonianze della bellezza dell'interno: alcuni frammenti del rivestimento di stucco delle cappelle laterali, alcuni affreschi del corridoio del chiostro e alcune tele seicentesche, ora presenti nel Duomo di Salò.
Il MuSa è presentato come "una sfida ai luoghi comuni che ancora si accompagnano alla parola Museo". D'altronde il museo ha attraversato varie epoche e in ognuna ha assunto valori e funzioni differenti; ma ancora oggi gli ambiti museali sono considerati da molti un'istituzione colta per un'élite dotta. Per tanto tempo la finalità di conservazione e preservazione ha avuto il sopravvento sulla funzione conoscitiva-comunicativa, trasmettendo quindi un'impressione struttura. Oggi, invece, "i musei sono uno strumento di sviluppo culturale, sociale, economico, turistico e quindi non più soltanto una raccolta, più o meno importante, di testimonianze del passato. Sono un ponte tra passato e futuro, cultura e territorio, economia e bellezza."
L'amministrazione comunale di Salò ha dimostrato di comprendere questa potenzialità, ristrutturando l'antico edificio di Santa Giustina e dedicando gli spazi ad un progetto di rivalutazione e potenziamento dell'identità storica e culturale della città, rendendosi accessibile a quanti visitano Salò e la Riviera. Il Musa, infatti, attraverso un percorso tematico, raccoglie e celebra la lunga e importante storia della città, accogliendo suggestive collezioni - differenti per provenienza e datazione organizzate in modo da offrire al visitatore spunti e chiavi di lettura in continuo dialogo con la storia.
Oltre alle raccolte e mostre permanenti, il MuSa è un luogo vivo, reso vivace da spettacoli organizzati nel magnifico chiostro, nonché mostre temporanee d'arte contemporanea, di spessore e importanza, tanto da catturare l'attenzione e richiamare visitatori da fuori. In occasione dell'inaugurazione, fu organizzata la prima mostra temporanea, con le opere di Ernesto Tatafiore, artista e pittore partenopeo. Fu una mostra a doppio allestimento: metà al MuSa, metà al Vittoriale degli Italiani, con l'intento di celebrare e sottolineare un proficuo gemellaggio tra le due istituzioni, affidate entrambe nelle mani di Giordano Bruno Guerri e in continuo dialogo per integrare a vicenda la realtà culturale dell'una e dell'altra. L'iniziativa di collaborazione con il Vittoriale della vicina Gardone Riviera, proposta più volte negli anni per mostre ed eventi, risulta positiva perché incentiva i turisti a visitare entrambi i siti con formule di biglietto doppio o altre promozioni e convenzioni. II MuSa ospita inoltre convegni, eventi, feste.
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Il turismo a Salò e la nascita del MuSa
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Informazioni tesi
Autore: | Martina Polini |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Università degli Studi di Verona |
Facoltà: | Beni culturali |
Corso: | Beni culturali |
Relatore: | Silvino Salgaro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 57 |
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