Scautismo, scuola di leadership

Il movimento scaut nacque nel 1907 in Inghilterra, dove Lord Robert Baden-Powell organizzò nell’agosto di quell’anno il primo campo estivo sull’isola di Brownsea sulla Manica.
Da quel giorno il movimento incominciò una rapida espansione non solo numerica ma anche geografica in tutto il mondo, a 100 anni dalla sua fondazione il movimento scaut attualmente conta circa 38 milioni di persone distribuiti in 161 paesi, di cui 28 milioni (maschi e femmine) censiti nel WOSM (World Organization of the Scout Movement) e altri 10 milioni circa di ragazze censite nel WAGGGS (World Organization of Girl Guides and Girl Scouts), uniti da principi, valori e obiettivi comuni, nonché dal metodo educativo, con un comune riferimento ad una ”promessa”, una “legge”, linguaggio e simboli.
Attualmente il WOSM e il WAGGGS sono due organizzazioni internazionali che hanno il compito di coordinare le associazioni scautistiche nazionali di tutto il mondo.
Questi due organismi riconoscono una sola organizzazione (costituita da un’unica associazione o da una federazione di più associazioni) per ciascun Paese.
In Italia la federazione riconosciuta da entrambe le organizzazioni mondiali è la FIS (Federazione Italiana dello Scautismo), essa riunisce il CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani) e l’AGESCI (Associazione Guide e Scaut Cattolici Italiani).
CNGEI e AGESCI differiscono soprattutto per il diverso approccio all’educazione spirituale, il primo è un corpo laico, mentre la seconda è un’associazione cattolica.
Lo scautismo in generale come movimento ha come fine quello di aiutare alla costruzione di un mondo migliore attraverso un’educazione dei ragazzi e delle ragazze basata su un determinato sistema di valori, coltivando sia le doti intellettuali, sia quelle fisiche e morali.
Infatti, secondo Baden-Powell il fine ultimo dello scautismo è di formare una persona che possa svolgere nella società un ruolo attivo, una persona che si può definire leader valoriale che vuole “provare a lasciare il mondo un po’ migliore di come lo si è trovato”. (Sica M., 2005, 26)