La nobile Arciconfraternita dei Bianchi in Catania
Il movimento dei "Penitenti Bianchi"
Nel corso di celebrazioni pubbliche delle Confraternite, penitenti di ogni ceto ed età sfilavano in processione per le vie dietro il proprio gonfalone, vestiti di sacco, con una fune per cintura, flagellandosi a sangue con le discipline in memoria della Passione di Cristo. Le processioni si svolgevano anche di notte al lume di torce e di ceri accesi. Nel Giovedì Santo dell'anno 1581 vi fu a Roma una grande processione notturna con ben dodicimila torce accese. Particolare solennità era dunque data alle celebrazioni della Settimana Santa, con la partecipazione alla Lavanda dei piedi ed alle processioni del Giovedì e del Venerdì Santo.
Di particolare interesse fu il movimento cosiddetto dei "Bianchi", affermatosi in Italia a partire dagli inizi del 1400, i cui adepti erano soliti indossare un saio di lino candido con una croce color rosso sul petto ed il cappuccio sul volto. Dal movimento dei"Bianchi" derivarono gran parte delle confraternite tuttora attive.
Assisi, Vallo di Nera, Terni, Rieti e Leonessa sono alcune delle tappe del lungo itinerario percorso oltre seicento anni fa da migliaia di uomini e donne facenti parte della Confraternita dei Bianchi Battuti, comunemente detti Bianchi, un movimento religioso che nel 1399 percorse l’Italia da nord a sud al grido di "Pace e misericordia".
Ma chi erano e come nacquero i Bianchi?
Sul finire del 1300 l’Europa e l’Italia vissero un periodo particolarmente tormentato sia per le numerose guerre fra stati e staterelli sia per le lotte all’interno della Chiesa che videro contemporaneamente sulla cattedra di Pietro due papi: lo spagnolo Pietro de Luna, che prese il nome di Benedetto XIII (1394-1423), eletto ad Avignone alla morte dell’antipapa Clemente VII, e il napoletano Pietro Tomacelli eletto a Roma col nome di Bonifacio IX (1389 – 1404).
Secondo una leggenda, all’origine del movimento, che si vuole nato in Provenza, sarebbero alcune apparizioni miracolose avvenute in diverse parti d’Europa allo scopo di riportare la pace negli animi.
Un esempio è l'apparizione della Madonna dell'Oliva, avvenuta ad Assisi. La Madonna, vestita di bianco, di grandi proporzioni, sta davanti ad un olivo e guarda il ragazzo che le sta inginocchiato davanti con sguardo severo; l'indice della mano destra è diretto verso Assisi, sulla collina. Il padre tiene nella destra una falce, mentre con l'altra sugli occhi osserva il figlio senza capire cosa accada. Sovrastano Assisi, la Rocca maggiore e la Rocca minore. Non si vedono la chiesa ed il convento di San Francesco. Di Assisi si riconosce la Porta Nuova, da cui parte la strada per Foligno che conduce al luogo del miracolo.
Un altro esempio è l'apparizione della Madonna in Valverde di Rezzato (BS). «Dopo questa apparizione, i discepoli si mossero di paese in paese, di regione in regione, a narrare quanto visto ed annunziare le parole udite, predicando penitenza e preghiera e facendo processioni».
Nasce così il movimento dei Bianchi, o Disciplinati, di cui S. Antonino di Firenze riferisce nella parte III della sua Opera storica; grandioso movimento religioso che si diffonde non solo in Italia, ma anche in Germania, Francia e Spagna.
La prima data certa della nascita dei Bianchi è il 5 marzo del 1399. In quel giorno a Chieri (Torino) uomini e donne coperti di bianche tuniche, la testa nascosta da un cappuccio che aveva solo due fori per gli occhi, sul capo e sul petto una croce rossa e con i fianchi serrati da corde scesero in piazza pregando e flagellandosi a sangue chiedendo perdono dei peccati. Ben presto questo nucleo iniziale fece proseliti espandendosi per le città. Dopo aver toccato Alessandria i penitenti il 7 luglio raggiungono Genova. L’arcivescovo della città Fieschi, benché vecchio e malato, segue su un cavallo con la gualdrappa bianca, la processione dei Bianchi che stimano i cronisti dell’epoca in 30 mila. Da Genova il movimento si divide in due tronconi principali. Uno punta su Venezia guidato dal beato Giovanni Dominici, l’altro discende lungo il Tirreno. L’8 agosto i Bianchi sono a Lucca ed il 13 a Pistoia e via via scendono fino in Umbria.
Altre correnti raggiungono il 9 agosto Bergamo, poi Milano quindi Ferrara, dove alla testa della processione dei Bianchi si pone il marchese Nicolò d’Este, quindi Rimini che vede la partecipazione di Carlo Malatesta e Carlo Gonzaga.
I Bianchi sono segnalati anche a Napoli, in Calabria e in Puglia. Il 6 settembre partono in 10 mila da Orvieto (Terni); il 7 un’altra colonna parte da Sutri (Viterbo) al seguito della croce portata dal conte Nicolò dell’Anguillara ed entrano in Roma cantando la lauda "Misericordia, eterno Dio".
[…]
Ma la peste era in agguato. Essa aveva fatto la prima timida apparizione a Genova e poi a Venezia nel 1397 e nel 1399, portata evidentemente anche dai Bianchi, si diffuse con virulenza in tutta l’Italia centrale.
[…]
Nel breve volgere di poco più di un anno, la Confraternita dei Bianchi, con caratteristiche di spontaneità pressoché uniche nella storia, scomparve nel breve giro di un anno, nel 1400, con la stessa velocità con cui era nata.
Il nome di "Bianchi", o "Penitenti bianchi" è stato utilizzato da numerose Confraternite, sorte anche in periodi posteriori. Da parecchi anni Assisi con l'Accademia Properziana del Subasio è il centro degli studi sui Bianchi. Nel 1999 un convegno internazionale percorse l'itinerario fra Umbria e Lazio dove, ad Assisi, Leonessa, Rieti, Terni e Vallo di Nera le chiese conservano gli affreschi sul passaggio dei Bianchi. Successivamente sono stati riconosciuti affreschi a Poggio Mirteto (Chiesa di S. Paolo), Montebuono (Chiesa S. Pietro al Muricento), Fara Sabina (Convento delle Clarisse).
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La nobile Arciconfraternita dei Bianchi in Catania
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Informazioni tesi
Autore: | Salvatore Aiello |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Storiche e Politiche |
Relatore: | Domenico Ligresti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 213 |
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