I vantaggi comparati in Cina

Le numerose riforme strutturali descritte nel paragrafo precedente hanno permesso a tutto il mondo di assistere ad un processo di crescita e sviluppo impressionante, che vista la sua portata e la sua grandiosa imponenza è stato associato ad un vero e proprio “miracolo cinese” (Maria Weber, 2001).
Per quantificare in maniera diretta la portata di tale fenomeno è sufficiente guardare al PIL, che perfettamente sintetizza il miracolo economico cinese: nel 1978 il PIL cinese ammontava a 147 miliardi di dollari statunitensi, 30 anni dopo, nel 2007, era vertiginosamente salito sfiorando i 3500 miliardi, oggi il PIL ammonta a quasi 6000 miliardi.
Fra il 1978 e il 2003 il tasso di crescita del PIL cinese è stato di oltre il 9% medio annuo, in misura nettamente superiore rispetto alle economie avanzate – mediamente 3 volte tanto gli Stati Uniti negli anni ’90 – e rispetto anche alle altre economie emergenti, tra cui l’India e le altre potenze asiatiche. Il ritmo di questa crescita non è stato propriamente continuo, la Cina conobbe infatti anni di grande crescita, come i picchi degli anni ’84-85, in cui il tasso di crescita sfiorava il 15,2 %, o degli anni ’92-93, in cui il tasso andava di poco oltre il 14%, ed anni invece in cui la crescita fu relativamente moderata – pur sempre ad un ritmo doppio rispetto agli Stati Uniti - e con un trend calante, come alla fine degli anni ’90, in cui il tasso di crescita del PIL era sceso sotto l’8%. [...]
Questi diversi cicli di crescita hanno avuto motori di natura differente. Nel periodo post riforme, agli inizi degli anni ’80, il boom si deve ad un sorprendente aumento dei consumi che fu dettato dall’esplosione della domanda interna, grazie all’aumento dei redditi rurali, quasi raddoppiati nel primo quinquennio post riforme con l’introduzione dell’household responsibility system, all’aumento del reddito pro- capite e al forte processo di migrazione dalle campagne verso le città. Secondo uno studio condotto nel 2008, utilizzando l’indice proposto dalla World Bank, che pone ad 1,25 dollari la soglia di consumo giornaliera per uscire dallo stato di povertà, la quota di popolazione che vive in povertà calò dal 84% del 1981 al 15,6% del 2005, il che significa in termini assoluti che 600 milioni di persone uscirono dallo stato di povertà (Chen, Ravallion, 2008).
Alla luce di questi dati possiamo affermare che “la Cina ha raggiunto un livello di crescita economica senza precedenti e la più rapida riduzione di povertà nella storia dell’umanità degli ultimi 30 anni.”