Scansione ritmica, abbreviamenti e correptio iambica
Il metro giambico: il giambo e il tribraco
Il giambo e il trocheo sono oggi comunemente considerati come composti da due elementi: una sillaba lunga ed una breve. La sillaba breve, in alcune sedi, può diventare anceps ed essere realizzata anch’essa da sillaba lunga che, di conseguenza, può presentarsi anche soluta in un bisillabo.
Secondo questa strutturazione in due elementi, il metro giambo, quando è realizzato con il piede dattilo, presenterebbe la prima sillaba ancipite lunga e la seconda sillaba (lunga originariamente nel giambo) realizzata con due brevi; quando invece il giambo è realizzato da un anapesto, sarebbe la prima sillaba ancipite, lunga, ad essere soluta in due sillabe brevi. Queste realizzazioni del giambo con il dattilo e con l’anapesto sono quindi conseguenza del fatto che, avendo la prima sillaba la possibilità di essere ancipite, il giambo possa essere sostituito dallo spondeo e, come tale, possa a sua volta realizzare ciascuna delle sillabe lunghe con due brevi.
La mia convinzione, che mi accingo a dimostrare, è che il metro giambico, considerando soprattutto la sua scansione ritmica in tre tempi o unità di misura ritmiche (brevi), possa ammettere al suo interno solo due piedi: il giambo e il tribraco .
Nel paragrafo dedicato al ritmo abbiamo già detto che nei versi è operativa una scansione ritmica delle durate temporali. Nel caso del trimetro i piedi da scandire sono sei e le percussiones tre.
Se gli elementi che compongono questo verso non fossero tutti inseriti all’interno di uno stesso ritmo ternario, non sarebbe possibile in nessun caso la percezione dello stesso ritmo tramite l’udito, criterio principale che sia Cicerone, sia Quintiliano, ma anche Aristosseno, adottano per la comprensione dei fenomeni sonori organizzati ritmicamente. Tutti quei piedi che possono sostituire i giambi (a parte il trocheo che è escluso), ossia lo spondeo, il dattilo e l’anapesto, tutti di quattro more, dovranno quindi avere una esecuzione pari o simile alle tre more che caratterizzano il ritmo del giambo. In particolar modo, affinché questi piedi di quattro more siano ammessi all’interno del giambo (ritmo di tre more), dovrebbe essere loro sottratta una durata pari o prossima a quella di una mora (breve).
Non è certo un caso che questi tre piedi (spondeo, dattilo e anapesto) siano proprio quelli che nei tragici hanno un uso limitato e riservato a quelle sedi dispari che sembrano essere le meno pure. Nelle sedi pari, invece, è consentito solo l’uso del giambo e il suo simile (ei par) per durata, il tribraco.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Scansione ritmica, abbreviamenti e correptio iambica
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Informazioni tesi
Autore: | Luciano Garosi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Siena |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filologia e letteratura dell'antichità |
Relatore: | Marco Maggi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 75 |
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