Le nuove frontiere del marketing. Il Marketing non convenzionale. Il caso Apple
Il marketing non-convenzionale in Apple
L’abilità di Apple Computer nel creare una marca forte e affermata fra i consumatori di generazioni diverse è ormai ampliamente conosciuta. L’azienda ha creato la sua potenze in base a prodotti che possiamo definire mucche viola, vale a dire straordinari. Quando la Apple lancia un nuovo prodotto sul mercato, fa in modo di parlarne apertamente: lo spiega alla propria rete di distribuzione, parla con i club di utenti, con i concessionari e con tutte le riviste di categoria.
Gestisce tutto quello che viene detto sulla maggior parte dei giornali, attraverso conferenze, pubblicità marketing e mailing. Lancia il nuovo prodotto con feste e con concerti.
“Se è davvero un buon prodotto” tutti i fan della Apple sanno che per loro c’è un nuovo prodotto vincente e ne parlano. Le voci vengono trasmesse, diventano sempre più convincenti fino a generare la convinzione, per gli accaniti fan, che è impossibile continuare a vivere senza il prodotto.
“Alcune delle maggiori campagne di buzz marketing non sono neanche partite dall’impresa: in un club alla moda di Manhattan ogni martedì sera due dj tengono degli Open iPod Dj Party”. Altri esempi su cui si può fare affidamento, sono i video-test sui prodotti, pubblicati spontaneamente dai consumatori.
Strategia del silenzio
Dopo l’annuncio ufficiale da parte di Apple riguardante una prossima uscita di un nuovo prodotto, iniziano a circolare in rete e non delle voci di corridoio (rumors) su cosa possa essere effettivamente questo nuovo prodotto, sulle sue caratteristiche, funzionalità, sulla reale data di uscita, etc..
A questo punto, giornalisti ed esperti di settore chiedono ad Apple conferme e/o ulteriori informazioni sull’argomento. La società è solita rispondere con i famosi “no comment” oppure con piccoli frammenti di notizia, ciò per aumentare lo stato di curiosità ed attesa, alimentando così l’effetto buzz.
We’ll back soon
Apple adotta una politica controcorrente che va contro il principio del “sempre online” tipico dell’e-commerce. Si comporta proprio così, mostrando il famoso post-it “We’ll back soon” e le bandierine dei vari Apple store con i numeri telefonici.
Per cui, contrariamente alla maggior parte dei siti internet, un Apple Store chiuso per un’ora, non è una notizia negativa ma esattamente l’opposto, un evento che molti fan stavano aspettando. Quindi, prendendo spunto dalla maestria del co-fondatore della Apple, sembra che la chiusura dello Store aiuterebbe Apple a costruire e mantenere alta l’attesa e l’eccitazione verso nuovi prodotti, visto che da li a poco, la blogosfera e l’internet intera, inizierà il classico “tam-tam” mediatico alla ricerca di nuove informazioni e le scommesse su cosa Apple presenterà si susseguiranno ininterrotte.
Fake Apple
Il fake, dall’inglese per “falso”, è un falso verosimile, creato apposta per ingannare. Si sono susseguite in questi anni molte immagini in rete di prodotti Apple che sono risultate false. Alcuni giornalisti ed esperti del settore ritengono che, qualche volta, vi sia la mano della Apple, che paga degli utenti per inserire immagini o notizie false sul prodotto. Questi fake hanno la capacità di aumentare i rumors in rete.
Questo brano è tratto dalla tesi:
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Informazioni tesi
Autore: | Fabiana D'Angelo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia, Finanza e Diritto per la gestione d'impresa |
Relatore: | Alberto Pastore |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 63 |
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