Il consumo nei parchi a tema - Il caso Disney
Il marketing nei parchi tematici
In un’economia che evapora “dall’utile al futile”, prodotti e servizi per il tempo libero hanno assunto peso e ruoli crescenti e non posso più essere considerati accessori rispetto alle attività tradizionalmente intese come produttive.
I parchi a tema sono aziende del tutto particolari ed estremamente complesse, attività del settore terziario che offrono beni e servizi con caratteristiche di intangibilità (esperienza fatta di sensazioni), inseparabilità (il cliente va portato su punto di erogazione), deperibilità (soffrono di problemi di stagionalità), variabilità e assenza di trasferimento di proprietà.
In definitiva è possibile riconoscere che il sistema d’offerta è destinato alle persone per soddisfare i loro bisogni psico-fisici mediante stimoli mentali e sensoriali, con fruizione saltuaria e relazioni non formalizzate. L’offerta è altamente standardizzata; i settori di riferimento sono l’industria dell’ospitalità, quella dello spettacolo e quella della cultura, attività quindi per il tempo libero.
L’analisi dei costi gestionali evidenzia il grande rilievo assunto da quelli inerenti alle risorse umane (37% del totale) e la peculiarità di un’alta incidenza dei costi fissi. Per quanto riguarda gli investimenti, per il settore, si denota una struttura capital intensive, che privilegia il potenziamento e rinnovo delle attrazioni (47% del totale), seguite dagli interventi sulle strutture (20%), sulle tematizzazioni (12%) e sulle strutture di ristorazione (11%). Il rimanente 10% è destinato ad investimenti infrastrutturali e a manutenzioni straordinarie.
Considerevoli risultano anche i contributi forniti alla collettività in termini di ritorni economici, che si riassumono in contributi fiscali, stipendi corrisposti al personale e spese turistiche indotte. La struttura societaria prediletta è la società privata con modalità di finanziamento basate su mezzi propri e prestiti bancari.
Infine, per quanto riguarda la redditività, i profitti ammontano mediamente al 22,2% del fatturato nei parchi statunitensi, e al 20,1% in quelli degli altri paesi. Il Risultato operativo ammonta ad un massimo del 28,36% del fatturato con un rapporto Fatturato annuo/Investimento iniziale pari mediamente allo 0,45% e un cash flow pari al 10-15% dell’investimento iniziale, la cui copertura avrebbe richiesto in media un periodo compreso tra i 6 e gli 8 anni.
Si è inoltre evidenziato che al crescere dell’affluenza di pubblico nei parchi, aumentano, oltre naturalmente al fatturato, agli investimenti e ai dipendenti, anche i giorni di apertura, il ricorso all’autofinanziamento e l’adozione di abbonamenti stagionali. Per quanto riguarda la loro realizzazione, essendo strutture complesse, richiedono investimenti molto elevati, difficilmente reversibili o riconvertibili e con rischi considerevoli.
Occorre destinare particolare cura alla progettazione e realizzazione in termini di scelta della localizzazione, stima revisionale quali-quantitativa della domanda, definizione del mix d’offerta e la struttura finanziaria dell’operazione. Tali scelte vengono effettuate tramite ricerche di mercato, analisi di posizionamento e finanziarie e studi di prodotto in modo da definire un business plan complessivo.
Questo brano è tratto dalla tesi:
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Informazioni tesi
Autore: | Raffaella Bottalo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Anna Cugno |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 99 |
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