L'esperienza del trattamento dell'anoressia-bulimia nel piccolo gruppo monosintomatico
Il lavoro terapeutico nei gruppi di auto-aiuto e nel piccolo gruppo monosintomatico anoressico-bulimico condotto analiticamente
La conduzione del piccolo gruppo monosintomatico orientato analiticamente segue una logica inversa a quella che ispira il lavoro terapeutico dei piccoli gruppi di auto-aiuto.
“Mentre quest’ultimi, fondandosi sull’anonimato, lasciano cadere il nome proprio del soggetto fuori dal gruppo e avallano il fenomeno suggestivo di una guarigione che si rende possibile proprio perché questa esclusione del nome proprio avviene, nei gruppi monosintomatici ad orientamento analitico si tratta, a rovescio, di rompere l’omogeneità dell’identificazione anonima al sintomo per estrarre il nome proprio del soggetto” (Recalcati, 2005).
Tra i fattori che stanno alla base del trattamento in un gruppo di autoaiuto, e che per alcuni spiega il successo di questo fenomeno, c’è la carica ideologica del gruppo, il fatto cioè che l’organizzazione ha una sua filosofia di vita, una ideologia che si può esprimere anche in un programma di azione. Si pensi al percorso dei 12 passi, un insieme di “principi spirituali” alla base della filosofia degli alcolisti anonimi, che si fonda sulla necessità di accettare l’impotenza rispetto all’alcol (dichiarando sempre all’inizio di ogni seduta: “Io sono un alcolista”), come primo passo che dovrebbe condurre sulla strada della liberazione. Quella che viene chiamata liberazione, afferma Recalcati, è in realtà una falsa libertà che l’individuo acquisisce attraverso il gruppo. “Il legame compulsivo con l’oggetto si allenta e al suo posto subentra la volontà dell’Altro, il potere assoluto dell’Altro che ordina di non cedere, di non cedere non sul desiderio, ma sull’imperativo morale del Superio” (Recalcati, 2005). Chiodo scaccia chiodo, dunque. Nella pratica dei gruppi di auto-aiuto le differenza soggettive vengono abolite come unica condizione per poter far esistere un imperativo collettivo, di stampo superegoico, più forte del sintomo. In termini lacaniani, sostiene il Professore Recalcati, si tratta di una manovra finalizzata a fare esistere semplicemente l’Altro della morale, l’Altro della Legge, l’Altro del potere “Potere superiore” (Recalcati, 2005). “Molte donne anoressiche-bulimiche che sono passati a questi gruppi riferiscono che lo sviluppo di una credenza collettiva in un Potere superiore, collocato all’esterno del gruppo dei simili, quasi come un Dio della garanzia, è stato la chiave di volta della loro guarigione. L’aver rinsaldato un sistema di valori stabile e sicuro è per molti fondamento dell’effetto terapeutico” (Recalcati, 2005).
L’Altro del Potere superiore è un’altra faccia della potenza del leader , si alimenta quindi l’identificazione verticale; ad esso il gruppo degli anonimi s’identifica facendo massa.
Inoltre, in relazione al trattamento dell’anoressia-bulimia, la cura insistita del sintomo anoressico, non tenendo conto del carattere di trattamento soggettivo del godimento che esso realizza, può provocare un passaggio all’atto suicidarlo, il sentimento di annientamento soggettivo o lo scatenamento di una psicosi (Recalcati, 2006). Ecco il paradosso: l’appetito è guarito, ha ritrovato la sua giusta misura, ma il soggetto è perduto. Il piccolo gruppo monosintomatico, al contrario, “si sostiene non sulla potenza del leader ma sul desiderio dell’analista come desiderio capace di tenere aperta la mancanza dell’Altro”, facendo emergere il soggetto e il suo desiderio come desiderio unico e particolare.
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L'esperienza del trattamento dell'anoressia-bulimia nel piccolo gruppo monosintomatico
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Informazioni tesi
Autore: | Chiara Monaco |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Pavia |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Massimo Recalcati |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 110 |
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