La Traduzione. Storia, Teorie, Tecniche: uno sguardo d'insieme
Il lavoro del traduttore
Come esaminato in precedenza (cap. 1.2.2), dal Medioevo e fino a tutto il XVIII secolo i traduttori si sono arrogati il titolo di autori e la qualità di scrittori: nessuna legislazione glielo impediva, e in quanto "romanizzatori" del testo (cioè di coloro che lo trasponevano in lingua romanza), si attribuivano tutte le libertà di un autore.
Non di rado non citavano né l'autore né l'opera che costituivano il loro testo di partenza, e talvolta si limitavano appena ad indicare la lingua dell'originale. Ma con il XIX secolo la situazione è cambiata: con l'estensione della commercializzazione dell'opera d'arte e la nozione correlata che sia considerata come una proprietà, il traduttore, a meno che non fosse egli stesso uno scrittore stimato nella sua lingua materna, è diventato il traduttore mal pagato, privo di qualsiasi diritto sulla merce che produce quando l'abbia venduta, di cui i critici non parlano quasi mai.
Ha poi subito un ulteriore cambiamento nella sua condizione con l'arrivo del XX secolo e di una serie di testi (di cui, a livello europeo, la Convenzione di Berna e la Convenzione di Ginevra) da cui risulta che oggi il traduttore è di nuovo riconosciuto come scrittore, non solo sul piano giuridico ma anche su quello morale.
La traduzione è diventata un'opera intellettuale e protetta come tale: nonostante sia su commissione e derivata da un'altra opera, resta un'opera di creazione, di per sé originale, nonché internazionale per la sua stessa natura.
Che il traduttore letterario sia co-autore non lo diciamo noi, lo dice la legge stessa del diritto d'autore. Anche se questa cosa in Italia per tanti motivi tende a passare inosservata, è in realtà un dato di fatto. Dal momento in cui noi traduttori firmiamo contratti "di edizione di traduzione", possiamo certamente dire che il traduttore è a tutti gli effetti "l'autore della traduzione".
Autore, linguista, negoziatore, mediatore linguistico: come la traduzione stessa, il traduttore riveste numerosi ruoli, tutti egualmente importanti e necessari per poter svolgere correttamente il proprio lavoro. Ma il mercato editoriale, specialmente quello italiano, non è dalla loro parte.
Secondo le stime dell'Osservatorio degli Editori Indipendenti, all'inizio del 2017 una novità editoriale aveva una vita media di 30-40 giorni nelle librerie, e, se rimaneva invenduto, veniva reso; dato che il nostro è storicamente un paese di lettori deboli (nel 2015, secondo l'AIE, solo il 42% degli italiani ha letto almeno un libro), la seconda opzione è sempre la più probabile. Inoltre, in un sistema ormai improntato al monopolio, la distribuzione può assorbire fino al 63% del prezzo di copertina di un libro, lasciando il traduttore sempre più ai margini anche a livello remunerativo: predomina la logica mercantile, che cerca di contenere quanto più possibile i prezzi, e il traduttore si deve adattare a questo contesto per poter sopravvivere.
I libri stranieri pubblicati in Italia sono in costante discesa, poiché pubblicare un autore italiano che non necessita di traduzione taglia, ovviamente, i costi: secondo l'AIE, nel 2016, a fronte di 65.000 nuovi titoli pubblicati, quelli stranieri erano il 17,6%, contro il 24% del 2003. In questo contesto, il traduttore non può essere più solo tale:
Deve sapere scegliere, proporre un autore, sapere quali sono le case editrici che lo pubblicano, sapere cosa si pubblica in America, chi sono gli autori che si impongono, in sintesi, deve entrare in una dimensione che abbia anche a che fare con un principio di scoutismo. Non è più possibile dialogare con l'editor di competenza con l'occhio sbarrato di chi non sa niente. Non è più possibile dire: "mi piacerebbe tanto iniziare a tradurre, fatemi fare una prova di traduzione", perché la casa editrice oggi è un'impresa e non ha più i tempi e gli spazi per verificare questo tipo di risorse.
Questa figura di traduttore-scout dovrà perciò rintracciare un libro da tradurre: per fare ciò, è necessario che non sia, ovviamente, già presente in italiano, mediante il catalogo nazionale delle biblioteche italiane o contattando direttamente la casa editrice del Paese del testo in lingua originale, che saprà indicare se i diritti siano già stati venduti a un editore o a un'agenzia letteraria. Se i diritti sono liberi, è necessario individuare una casa editrice italiana che potrebbe essere interessata alla pubblicazione, valutando attentamente le linee editoriali per poter trovare quella più adatta.
Dopodiché, è opportuno compilare una scheda di lettura approfondita, in cui indicare, oltre ad autore, casa editrice e numero di pagine, anche una breve trama dell'opera e qualche commento personale, che indichi le motivazioni per cui sarebbe una buona scelta per quella determinata casa editrice. Infine, bisogna allegare la traduzione di qualche paragrafo o, meglio, dei primi capitoli, accompagnati dal testo originale. È sempre utile controllare i siti web delle case editrici, poiché alcune indicano espressamente cosa debba contenere una buona proposta, nonché alcuni consigli utili.
Ad esempio, la casa editrice Della Porta ha una pagina dedicata ai traduttori-scout, in cui si legge, fra le altre cose, che dovrebbero:
- Visitare le fiere di Londra e di Francoforte per conoscere le case editrici straniere e fare networking. In Italia al Salone del Libro di Torino esiste l'IBF (International Book Forum), a Pisa, invece, – durante il Pisa Book Festival – è possibile prenotare uno spazio nel centro dedicato ai traduttori scout, per fare proposte editoriali agli editori presenti in fiera.
Leggere le riviste di libri o di settore del proprio paese di interesse. Alcuni esempi: Le monde du livre, The Bookseller, Publishers Weekly.
Approfondire gli aspetti fondamentali della vendita dei diritti all'estero: anticipo (che in inglese si dice advance), percentuale sui diritti d'autore (royalties), durata della cessione, contratto standard di cessione dei diritti di traduzione (translation agreement).
Prima di inviare una proposta dettagliata ad una casa editrice, scrivere una email di presentazione chiedendo se sono interessati a ricevere delle proposte editoriali in traduzione.
È però possibile che siano le case editrici stesse a cercare traduttori per i testi di cui si sono già comprati i diritti: di norma, sottopongono uno o due traduttori ad una prova, di modo da valutare chi sia più adatto per il lavoro, ma, più spesso, a tali prove vengono sottoposti solo i nuovi traduttori, di cui si vogliono testare le capacità e, per questioni di tempo, la traduzione viene affidata a professionisti di cui si è apprezzato il lavoro in passato. Se l'autore è già stato pubblicato in italiano, quasi sicuramente il lavoro verrà affidato allo stesso traduttore: non è raro che si stabiliscano dei rapporti proficui e duraturi tra autori e traduttori. [...]
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La Traduzione. Storia, Teorie, Tecniche: uno sguardo d'insieme
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Informazioni tesi
Autore: | Veronica Capurro |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo |
Relatore: | Maria Panetta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 244 |
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