L'espressione di definitezza/indefinitezza del sintagma nominale mediante l'uso dell'articolo. Una prospettiva tipologica, storica e areale
Il latino, lingua senza articolo
Nel sistema morfologico latino, il nome, in qualunque proposizione si trovi, è attualizzato dal punto di vista funzionale per mezzo della desinenza; semanticamente, l'attualizzazione è fornita dal significato concreto che la gran parte delle parole latine ha, almeno in origine (Tekavčić 1972), in quanto espressione di una vita di tipo agricolo e pastorale.
Notoriamente, il latino non possiede l'articolo, nel senso che non usa alcuna espressione morfologica per esplicitare l'opposizione tra Specificità e non-Specificità, e Notorietà e Novità di un elemento. La decisa posizione che Quintiliano prende nella sua Institutio Oratoria affermando "Noster sermo articulos non desiderat" ('La nostra lingua non ha bisogno di articoli') è particolarmente espressiva in tal senso. È da escludere, inoltre, che l'ordine delle parole esprimesse Notorietà o Novità (Renzi, 1976). Tuttavia, bisogna precisare che nel latino classico ci sono esempi di sequenza in cui il determinativo IS accompagna un nome noto nel discorso, caso che corrisponde alla nostra uscita [2], e casi in cui UNUS o QUIDAM presentano un elemento nuovo, specifico e non specifico come da uscite [8] e [9]. Cesare ci fornisce un esempio di ripresa anaforica, quindi marcando il sintagma nominale dei tratti /+ noto, + testo,+ detto/: EA res ut est Helvetiis enunciata "la cosa/quella cosa che fu svelata agli Elvezi" (D.B.G., 4;4.1). Cicerone, invece, ci mostra il tipo con IS antecedente di una relativa restrittiva (/+ noto, + testo, -detto/): Redeat ad imperatorem suum Varius, sed EA lege, ne umquam Romam revertatur 'Ritorni pure dal suo generale, Vario, ma a questa/alla condizione, che non faccia più ritorno a Roma' (Cic. 8 Phil. 11,32). Usi simili ci sono testimoniati di ILLE, e il Thesaurus linguae latinae li cataloga sotto l'etichetta di usus anaphoricus. Da notare, in questi casi, lo spostamento di significati, per cui ILLE può valere come il determinativo IDEM, il quale, stabilendo identità tra due elementi, semanticamente rafforza l'anafora: cfr. ipse actor primarum…ILLE princeps (Cic. Div. in Caec. 48) o può essere sostituito da IPSE, la cui funzione contrastiva è adoperata per aggiungere enfasi: Scaurum… in Scaurum IPSUM 'Scauro… contro lo stesso Scauro' (Cic. Fontei. 38). Un tipo di anafora "indiretta", che anticipa l'uso dell'articolo fuori dalla referenza testuale, è quello dei casi Cicero ILLE, ILLE opulentissimus, che sono tradotti come 'quel/il noto Cicerone', 'quel/il famoso riccone". In tutti questi casi, comunque, il dimostrativo svolge la sua propria funzione di "additare", nel contesto del discorso o nella conoscenza condivisa, il referente. Sono più vicini e potrebbero essere considerati il primo passo verso la nascita dell'articolo, invece, i casi in cui ILLE è usato per enfatizzare i nomi propri, es. ILLE Juppiter, o sottoporre parole di altre categorie sintattiche al processo di sostantivazione es. ILLUD "stertit" volui dicere (Plauto, Miles gloriosus, 819), 'Lo/la parola stertit volevo dire'. Precoce è anche l'uso di UNUS e QUIDAM come articoli indefiniti per presentare un soggetto: est huic UNUS servus violentissimus 'Costui ha un servo violentissimo' (Plauto), erat in QUADAM civitate rex et regina 'c'erano in una città un re e una regina' (Apuleio, Met. 4,28). Con UNUS pronome, abbiamo i primi esempi di uscita [9], di soggetto non noto e non specifico: peto a vobis ut me sic audiatis …ut UNUM e togatis 'vi chiedo di ascoltarmi come un qualsiasi cittadino togato' (Cic. Rep. 1,36)
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L'espressione di definitezza/indefinitezza del sintagma nominale mediante l'uso dell'articolo. Una prospettiva tipologica, storica e areale
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Marrone |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Nicola Grandi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 52 |
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