L'infanticidio: mito, cronaca e prevenzione educativa

Si potrebbe individuare un comportamento intenzionalmente o attivamente figlicida nella fase orale dello sviluppo, in quanto già da piccolo un genitore sviluppa sentimenti di amore e odio verso i figli, che li legheranno per sempre.
Orale è la prima attività dell’uomo,orale è il primo criterio di giudizio per distinguere gli oggetti della realtà in buoni o cattivi, orale è la concezione di un mondo diviso in bene e male, amichevole e persecutorio.
Per Freud, la fase orale è lo sviluppo del bambino nei primi 18 mesi di vita, in cui il piacere dell’infante è localizzato nella bocca; è la prima relazione tra l’infante e la madre in cui il neonato si nutre a spese della madre e talvolta ciò può essere vissuto dalle madri come una privazione che attua il bambino su di esse e concepiscono il bambino come un essere che divora.
Tali frustrazioni dei genitori, che si esprimono nell’invidia per il bambino o nell’incapacità di sopportare l’allevamento della prole, possono essere state causate da eccessive gratificazioni, incoerenze pedagogiche, o troppa severità subite dai medesimi genitori nella loro fase orale. Costoro, di conseguenza, ritorcono ciò che hanno subito sui loro figli.
Ròheim (1973) è uno dei pochi studiosi che si è occupato dell’atto del cannibalismo nei confronti dei bambini, soprattutto studiando i comportamenti della popolazione australiana. Qui sono soprattutto i padri,in quanto capi tribù, a mangiare il secondo figlio per fare in modo che la forza del primo sia raddoppiata. Le donne di solito mangiano i loro figli sotto la necessità incombente della fame, o perché magri e deperiti. Il cannibalismo si manifesta nell’Australia centrale anche con l’usanza di far abortire le donne della tribù per farne mangiare il feto dalla madre perché ha fame, e dai fratelli e sorelle per crescere e irrobustirsi.