La tutela giuridica dei format televisivi. Le esperienze europea e statunitense
Il format come semilavorato della produzione televisiva
Secondo parte della dottrina sarebbe possibile una certa tutela del format qualora esso fosse considerato come un prodotto semilavorato.
Il "semilavorato" è quel prodotto (tipico delle lavorazioni in serie) che non ha subito tutte le fasi della lavorazione industriale e quindi non è pronto per essere immesso sul mercato. Il semilavorato può tanto indicare una fase intermedia di lavorazione del prodotto destinato all'utilizzatore finale, quanto un bene prodotto da terzi e utilizzato da altri produttori nella realizzazione dei propri prodotti.
In entrambi i casi ciò che caratterizza il semilavorato è la sua incompiutezza e la, conseguente, infruibilità — in assenza del necessario lavoro di finitura — da parte del consumatore.
Non è discutibile, e la normativa vigente lo conferma, che anche un prodotto semilavorato possa essere frutto di una idea creativa, e che tale idea possa — al ricorrere dei presupposti di legge — essere oggetto di tutela brevettuale. Così saranno sicuramente brevettabili tanto l'invenzione di un semilavorato suscettibile di applicazione industriale, quanto i disegni e i modelli ornamentali che abbiano ad oggetto tale tipo di prodotti.
Più complessa è la verifica se, e in che limiti, i prodotti semilavorati possano avere accesso alla tutela d'autore. Il legislatore sembra ammettere, infatti, che le produzioni artistiche possano avere ad oggetto anche prodotti semilavorati.
In tal senso depone, ad esempio, la legge quadro in materia di artigianato che, nel definire l'impresa artigiana, dispone espressamente che questa possa avere per scopo la "produzione di beni, anche semilavorati" (art. 3, l. 8 agosto 1985, n. 443).
Da ciò non discende, però, automaticamente che i prodotti semilavorati possano essere tutelati dal diritto d'autore. Da un punto di vista sistematico i semilavorati delle produzioni artistiche rientrano nella categoria dell'arte applicata all'industria.
Anzi si potrebbe dire che i semilavorati costituiscano il prototipo di tale tipo d'arte dell'utilità economica degli stessi può essere apprezzata solo attraverso l'inserimento in un ciclo produttivo industriale. Tale caratteristica costituiva un serio ostacolo, anteriormente al recepimento in Italia della direttiva 98/71/CE, alla loro tutelabilità da parte del diritto d'autore.
L'art. 2, n. 4, seconda parte, l.d.a. subordinava la protezione delle opere d'arte applicata all'industria al presupposto che "il loro valore artistico" fosse "scindibile dal carattere industriale del prodotto". Per prevalente dottrina erano escluse dalla tutela d'autore le creazioni artistiche che non fossero pensabili che in accordo con il loro utilizzo industriale; il che escludeva, implicitamente, dalla tutela d'autore i prodotti semilavorati, per cui l'unica forma di protezione era quella apprestata dalla disciplina brevettuale.
Il d.lg. 2 febbraio 2001, n. 95 ha abrogato la II parte del n. 4, art. 2 l.d.a. e aggiunto al medesimo articolo il n. 10, che accorda la protezione del diritto d'autore alle "opere del disegno industriale che presentino di per sé carattere creativo e valore artistico".
In seguito alla riforma, dunque, non solo la destinazione industriale dell'opera d'arte non costituisce più un ostacolo alla tutela d'autore della stessa, ma sembra addirittura possibile cumulare la protezione apprestata dalla l.d.a. con quella brevettuale. I semilavorati delle produzioni artistiche che abbiano una destinazione industriale possono quindi ora accedere, in presenza dei presupposti di legge, anche alla più ampia tutela d'autore. Accanto però alla categoria dell'arte applicata all'industria esiste la categoria dell'arte applicata alle produzioni artistiche.
Le moderne produzioni artistiche, specie quelle che utilizzano quale mezzo di espressione le nuove tecnologie informatiche e digitali, sono sempre meno opera di un unico artista, dacché, assai di frequente, l'autore esprime il proprio pensiero creativo attraverso la rielaborazione ovvero la combinazione di materiali forniti da terzi; materiali che a loro volta potrebbero essere oggetto di protezione da parte del diritto d'autore. La diffusione di tale tipo di produzioni artistiche ha, inevitabilmente, creato il mercato delle opere artistiche non destinate direttamente ai consumatori ma ad essere utilizzate da terzi nell'ambito delle proprie lavorazioni artistiche. Tali prodotti, per l'attitudine ad essere di preferenza utilizzati nell'ambito di produzioni seriali e per il fatto di non essere apprezzabili in assenza di un necessario lavoro di finitura e di adattamento da parte del consumatore finale, possono, non a torto, essere anch'essi denominati semilavorati delle produzioni artistiche. Esempio principale di arte applicata all'arte. La distanza dai semilavorati delle produzioni industriali è evidente.
Qui si è in presenza di un opera che può ab initio presentare tutti i presupposti per l'accesso alla tutela d'autore, differenziandosi dalle altre creazioni artistiche solamente per l'utilizzatore della stessa che non è, come in genere, il consumatore ma altro artista. E l'assenza di destinazione "industriale" di tali opere le rendeva senz'altro tutelabili dal diritto d'autore anche anteriormente alla riforma del 2001. Il principale mercato di siffatti semilavorati e rappresentato dalle produzioni audiovisive, e tra queste dalle produzioni televisive e multimediali.
Si tratta peraltro di un mercato in forte ascesa, destinato a surclassare quello tradizionale delle opere cinematografiche. I palinsesti televisivi sono oggi composti, in massima parte, da programmi "contenitori" - programmi di varietà, di informazione, documentari, giochi, sportivi e, quindi, la pressoché totalità dei programmi non di fiction - in cui singoli apporti (conduzione, contributi audiovisivi, esecuzioni in diretta, etc.) sono organizzati per dare vita all'emissione.
Tali programmi, più di altri, definiscono l'identità e la linea editoriale dell'emittente. Gli apporti di cui si compone tale tipo di programma televisivo possono consistere tanto in opere audiovisive "finite', con cui vengono identificate le opere audiovisive che hanno superato la fase di post-produzione; sia di contributi audiovisivi che abbisognano per poter essere trasmessi di completare la fase di lavorazione. I contributi di quest'ultimo tipo sono riconducibili alla categoria generale dei "semilavorati' delle produzioni artistiche, e nel gergo tecnico sono spesso contraddistinti con il nome di "girati" o, in inglese, footage.
Il "girato" può, come qualsiasi semilavorato, rappresentare tanto una fase interna della produzione televisiva, quanto, sovente, un prodotto di terzi. In entrambi i casi l'idea creativa che è alla base del programma televisivo precede la produzione o la ricerca all'interno degli archivi di cui dispone il produttore degli apporti che ne costituiranno il contenuto, ovvero l'acquisto da terzi fornitori dei contributi, ove tale soluzione sia più economica oppure il produttore non possieda nella propria library il materiale necessario alla realizzazione del programma . La domanda di semilavorati per le produzioni artistiche ha stimolato l'offerta di tale tipo di prodotti. Ciò è vero anche per i semilavorati delle produzioni televisive. Non tutti i "girati" sono pero protetti dal diritto d'autore. L'accesso alla tutela d'autore e consentito, ai sensi dell'art. 1 l.d.a., solo a quei "girati' che presentano un carattere creativo.
La giurisprudenza -in una delle rarissime occasioni in cui ha avuto modo di pronunciarsi sull'argomento -ha ritenuto che il "girato" possa integrare il requisito della creatività, e quindi essere protetto quale opera dell'ingegno, ove l'autore non si sia limitato a registrare quanto avveniva sotto i propri occhi, vale a dire a una "ripetizione per immagini di persone, aspetti, elementi della vita così come si presentavano", ma abbia al contrario fornito "una personale lettura della realtà" per il tramite di riprese "concepite e realizzate in una certa chiave interpretativa e preordinate alla elaborazione in funzione delle idee informatrici dell'opera".
Inoltre, come ha avuto modo di precisare la Corte di legittimità, nei "girati" realizzati su commissione, ove il committente si sia riservato il diritto di approvarne il contenuto e apportarvi gli adattamenti necessari alla sua telediffusione, il diritto morale all'integrità dell'opera può essere fatto valere solo sull'opera approvata e definitiva.
Rimangono, dunque, fuori dalla tutela d'autore i "girati' che si esauriscono in una mera ripresa di persone o di aspetti, elementi o fatti della vita naturale o sociale. Tali "girati"— nel cui novero rientra, dunque, gran parte del materiale audiovisivo diffuso dalle stock shot companies — godranno solo dei diritti connessi all'esercizio del diritto d'autore garantiti dal Titolo II, Capo V, l.d.a. (anche in virtù del rinvio operato dall'art. 2, n. 6, l.d.a). Diritti che spettano ipso iure al produttore, se ottenuti nel corso dell'adempimento di un contratto di lavoro o su commissione, in quest'ultimo caso, però, solo se le cose riprese sono nel possesso dello stesso committente (art. 88 l.d.a).
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La tutela giuridica dei format televisivi. Le esperienze europea e statunitense
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Informazioni tesi
Autore: | Filomena Barone |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Giovanni Maria Riccio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 191 |
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