Il femminismo nella sfera pubblica digitale
Il femminismo in un'ottica populista
La premessa dalla quale partire consiste nel considerare alcuni degli elementi fornitici dagli studi di Baldini sulle caratteristiche comuni a tutte le espressioni del populismo (Baldini, 2014).
In particolare, è possibile considerare i punti salienti e applicati in ottica femminista:
i. La centralità del popolo, considerato come un unicum omogeneo. Parlare generalmente di donne e di uomini è estremamente riduttivo e tendenzialmente errato. Non è plausibile ritenere che esistano un gruppo omogeneo di donne e un gruppo omogeneo di uomini che la pensano, rispettivamente, tutti allo stesso modo e che rivendichino tutti le stesse istanze. Inoltre, non è possibile ritenere che tutti coloro i quali si ritengano parte della comunità lgbtq+ condividano i medesimi pensieri su tematiche quali l'aborto, la sessualità, l'utero in affitto, il linguaggio inclusivo, etc.. A maggior ragione, non è possibile ritenere che tutte le persone sedicenti femministe condividano gli stessi ideali, le stesse battaglie e le stesse metodologie di attivismo;
ii. La divisione tra ciò che è "con noi" e ciò che è "contro di noi".
A tal proposito, una prima considerazione riguarda il caso di NUDM che, come si è visto, presenta una forte contrapposizione tra "noi" (donne e persone transessuali) discriminate e "loro" (gli uomini) che portano avanti, consapevolmente o inconsapevolmente, un sistema fortemente patriarcale. Una seconda considerazione, inoltre, concerne il linguaggio inclusivo: "noi" che lo utilizziamo siamo per la parità di tutti i generi e per l'inclusione di tutte le categorie ma, al contrario, "loro" che non lo utilizzano sono necessariamente contrari a questo tipo di rivendicazioni. Com'è plausibile ritenere, però, risulta una visione estremamente semplificata e parziale del mondo, nonché generante un clima polarizzato, spettacolarizzato e semplificante;
iii. Le dinamiche escludenti verso chi è "contro di noi".
Dinamiche che, è lecito pensare, accentuino fenomeni di polarizzazione;
iv. L'enfasi sulla crisi.
L'accento viene posto anche sul fatto che si sarebbe in una persistente situazione di crisi: sempre più femminicidi, sempre più donne discriminate, sempre più aggressioni nei confronti delle persone lgbtq+. In questo modo sarebbero giustificate le decretazioni d'urgenza, a discapito di un regolare dibattito parlamentare, e sarebbero giustificate tutte quelle azioni estreme nei confronti degli "altri" non appartenenti al "noi";
v. L'analisi semplicistica dei dati.
Comune ai populismi è un'interpretazione semplicistica e parziale dei dati. Non importa che la tendenza di un certo fenomeno sia negativa o positiva, ma rileva, per esempio, un dato soltanto, cadendo nel c.d. cherry picking. Si ricordi, per esempio, la narrazione completamente distorta sull'aumento della disoccupazione in Italia;
vi. Uno stile comunicativo diretto.
Per esempio, l'utilizzo di slogan. In effetti, già il nome "se non ora quando?" potrebbe rientrare in questa categoria. Oppure "Freeda", considerato come "libertà", ovvero freedom", al femminile, partendo così dal presupposto che la donna non sia ancora FREE-d-A, "libera";
vii. La continua costruzione di nemici.
Il nemico delle femministe radicali, com'è noto, il sistema patriarcale, dominato dal c.d. maschio, bianco, etero cisgender.
Terminata la premessa, per inquadrare il fenomeno del femminismo nella sfera pubblica digitale in un'ottica populista è possibile fornire almeno tre interpretazioni: il populismo come stile comunicativo; il populismo come strategia organizzativa; il populismo come ideologia (Viviani, 2017).
In primis, il populismo può essere considerato come uno strumento comunicativo utilizzato al fine di raccogliere consensi intorno a un'organizzazione politica, prescindendo dall'orientamento della stessa (Jagers, Walgrave, 2007). In questo senso, il discorso femminista sembrerebbe talvolta rientrare in questa definizione: la narrazione elaborata e divulgata dagli opinion leader è diretta, non mediata, nei confronti del follower, tendente alla semplificazione del messaggio in un'ottica di ricerca del consenso. Una prima ragione è che i mezzi comunicativi non favoriscono l'approfondimento delle tematiche divulgate. I post su Instagram e le storie hanno una vita estremamente limitata e Twitter ha un limite massimo di caratteri disponibili; quindi, non è rilevante il messaggio in sé quanto, piuttosto, chi lo comunica, il modo in cui lo fa e le motivazioni che lo spingono a divulgarlo. Una seconda ragione è che manca un controllo delle informazioni, le quali non è tanto importante che risultino veritiere quanto il fatto che generino un consenso (like, commenti, engagement) e/o confermino la propria visione del mondo (bias di conferma). Una terza ragione è che l'opinion leader potrebbe non essere realmente interessato a divulgare le tematiche di cui parrebbe occuparsi, quanto, piuttosto, alla sponsorizzazione di un prodotto e al bilancio aziendale.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il femminismo nella sfera pubblica digitale
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Informazioni tesi
Autore: | Daniele Reggiardo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Luca Raffini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 119 |
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