Stati Uniti e fattore religioso: la campagna elettorale del 2008 e la presidenza Obama
Il fattore religioso nelle elezioni presidenziali 2008
Nonostante sia oggi molto diffusa la percezione che solo i Repubblicani si impegnino attivamente su tematiche di tipo morale, va ricordato che fino agli anni Settanta era stata la sinistra americana a fornire un punto di vista religioso sui temi politici più importanti. Con l’ascesa delle organizzazioni evangeliche ed in seguito all’allontanamento delle élites liberali dalla religione, l’influenza della componente democratica si ridusse notevolmente. Pur non avendo la visibilità mediatica della controparte, essa continuò comunque ad operare attraverso l’attivismo locale, ispirato ai valori espressi da alcune Chiese protestanti (specialmente anabattiste o afroamericane), dai cattolici e dagli ebrei liberali. Questo terreno comune era rappresentato da temi come la giustizia socioeconomica, l’estensione del welfare ai poveri, la parità dei diritti delle minoranze, il pacifismo e le condizioni lavorative delle classi meno agiate. Dopo una stagione di importanti mobilitazioni su vari fronti, come i diritti civili, l’opposizione alla la Guerra in Vietnam o la fine dell’apartheid in Sudafrica, la presidenza Reagan segnò il ritorno del conservatorismo e la scomparsa di queste tematiche dalla scena politica.
Negli anni Ottanta e Novanta, infatti i movimenti di matrice evangelica incrementarono notevolmente la propria influenza sulle tematiche di carattere morale; la novità rappresentata da queste formazioni e la loro forza propositiva fecero sì che i media americani concentrassero l’attenzione su di loro, aiutando l’identificazione del Partito Repubblicano con le posizioni conservatrici della Destra Religiosa.
A partire dai primi anni Duemila si è verificata una parziale rinascita del movimento “di sinistra” in risposta al monopolio repubblicano; la nuova Religious Left, sopravvissuta grazie all’attivismo locale, si concentrava su tematiche come la separazione tra Stato e Chiesa, i diritti degli omosessuali, la solidarietà internazionale, il disarmo nucleare, la difesa dell’ambiente e dei diritti civili nell’ambito della lotta al terrorismo. La grande varietà delle problematiche (e delle interpretazioni) continuava però a frenare la crescita del movimento che si conferma molto più frammentato della sua controparte conservatrice. Un ulteriore ostacolo risiedeva nel fatto che, durante il ventennio conservatore, tematiche come la giustizia e l’uguaglianza sociale erano quasi scomparsi dalla dibattito politico ed il pubblico era ormai diventato meno recettivo su tali argomenti.
Un esempio dell’evoluzione dell’attivismo di sinistra può essere dato dalla figura di Barack Obama, candidato democratico e poi presidente, il quale ha un passato di attivista nella Gamaliel Foundation, organizzazione che si occupava della riqualificazione dei sobborghi poveri di Chicago. Questa esperienza gli ha permesso di rapportarsi in modo più aperto e diretto con la religione, aiutandolo ad interpretare al meglio la nuova tendenza dei politici democratici; per la sua campagna elettorale, Obama si è dotato di un consigliere per la coordinazione degli aspetti religiosi , si è rivolto ad una società di consulenza, la Common Good Strategies, e ha dato vita ad un comitato elettorale della sinistra religiosa, il Mattew 25 Network. Per tutta la durata delle primarie, inoltre, gli esponenti democratici hanno partecipato a quegli incontri di discussione pubblica che in passato erano organizzati dalla Religious Right per i politici repubblicani.
Questo cambiamento nella strategia del Partito Democratico è stato dettato dalla necessità di colmare il tradizionale religious gap nei confronti dei Repubblicani; il peso che un candidato o un partito danno alla religione ha infatti una grande importanza per l’elettorato americano: un recente rilevamento dimostra che il 72% ritiene che il presidente dovrebbe avere delle salde convinzioni religiose. Questa visione si dimostra più radicata tra i Repubblicani (86%) rispetto ai Democratici (68%) e agli indipendenti (66%), così come tra i protestanti (83%, con un picco del 90% tra gli evengelicals) essa risulta più marcata che tra i cattolici (77%) e i non affiliati (36%).
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Stati Uniti e fattore religioso: la campagna elettorale del 2008 e la presidenza Obama
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Informazioni tesi
Autore: | Diego Zanatta |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Relazioni internazionali |
Relatore: | Rossella Bottoni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 134 |
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