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La Responsabilità sociale delle imprese e le certificazioni ambientali: Iso 14001

Il dopo Kyoto: Kyoto II

Il Protocollo di Kyoto è sicuramente un buon punto di partenza nel percorso verso il recupero di un equilibrato ecosistema. Tuttavia, si lascia alle spalle una grossa lacuna: la non adesione all’accordo degli Stati Uniti, responsabili del 36% dell’emissioni di anidride carbonica.
Nell’isola indonesiana Balì, nel dicembre del 2007, si è tenuto un nuovo summit della terra: si è disegnato la “Road map” sul dopo Kyoto, al fine di mettere il “motore in movimento” per le misure da prendere a partire dal 2012, e cioè con la fine di Kyoto I, in prospettiva di Kyoto II.
Gli obbiettivi designati dalla conferenza sono: dare continuità al Kyoto I, recuperare gli Usa approfittando del rientro dell’Australia (2007), spingere i firmatari di Kyoto I ad un maggior rispetto degli impegni di riduzione.
Il risultato pervenuto a Balì è stato un compromesso travagliato, che ha rischiato più volte di fallire. In conclusione, la conferenza Onu ha prodotto un’intesa, per negoziare prima possibile, e non più tardi dell’aprile del 2008, la prima fase del Protocollo di Kyoto, che scade nel 2012.
L’obiettivo è quello di giungere entro la fine del 2009 a un nuovo piano di contrasto al riscaldamento terrestre.
Gli Usa, nell’incontro di Balì, hanno finalmente concluso il lungo contrasto con l’Unione Europea, che pressava per la riduzione delle emissioni del 25-40% entro il 2020: vincoli ritenuti inaccettabili da Washington.
Attualmente, però, il piano adoperato non prende in considerazione obiettivi specifici per la riduzione dei gas a effetto serra, ma rinvia all’analisi del gruppo di esperti sull’evoluzione del clima, che dovrebbe indicare la quota di riduzione necessaria. Una soluzione che, alla fine, è stata accettata anche dall’Ue.
Il Protocollo di Kyoto I, mai ratificato dagli Stati Uniti, imponeva a tutti i paesi firmatari al taglio delle emissioni di gas serra tra il 2008 e il 2012, mentre i Paesi in via di sviluppo non erano coinvolti. Il patto che, uscirà dai nuovi negoziati, dovrebbe essere invece, limitativo giuridicamente per tutti i Paesi a partire dal 2013.
Nell’ottobre 2009, a Lussemburgo, il Consiglio Ambiente dell’Ue, ha approvato un nuovo documento sul clima. L’intesa mira alla riduzione delle emissioni di biossido di carbonio, sulla base di quello che oramai è il dogma della comunità scientifica: se si vuol salvare il pianeta è doveroso limitare l’innalzamento della temperatura globale a 2 gradi centigradi rispetto all’era preindustriale (soglia che di questi passi verrà superata nel 2050). [...]

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La Responsabilità sociale delle imprese e le certificazioni ambientali: Iso 14001

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Informazioni tesi

  Autore: Antonio Pennacchio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Alberto Azzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 82

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