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Il diritto d'autore e il caso Google come abuso di posizione dominante
Il diritto d'autore è il diritto riconosciuto dalla legge al creatore di un'opera dell'ingegno, per la tutela, la diffusione e lo sfruttamento economico dell'opera stessa. Esso è definito come un diritto sulle creazioni intellettuali, questo indica che il suo oggetto è un'idea o la rappresentazione di un'idea.
La protezione che la legislatura gli accorda deriva dal fatto che esso costituisce una notevole forma di ricchezza: chi inventa nuovi prodotti o nuove tecniche produttive o anche chi compone un'opera d'arte originale, come ad esempio scrivere un romanzo, comporre un brano o girare un film, crea nuovi valori degni di avere protezione giuridica, sia che essi abbiano o meno considerazioni economiche; è logico e ovvio altresì dire che l'opera d'ingegno sia legata a colui che l'abbia creata e questo legame di unione permane indipendentemente da chi possiede materialmente le copie dell'opera prodotta.
Infatti, questa protezione giuridica, e il diritto che le è connesso di conseguenza, hanno per oggetto la creazione intellettuale, cioè il bene immateriale, e non le cose tangibili, ovvero i beni materiali, di cui la creazione stessa si compone. Per identificare l'oggetto della tutela, tradizionalmente si distingue il corpus mysticum, l'opera immateriale, dal corpus mechanicum, cioè le copie materiali in cui si realizza l'opera come ad esempio il libro o il quadro; la proprietà del primo spetta all'autore mentre la proprietà del secondo spetta a chi ha acquistato l'oggetto concreto dell'opera.
I diritti sulle creazioni intellettuali ricevono una protezione giuridica che può riportare a quella concordata alla proprietà, una tutela forte e di tipo assoluto e quindi azionabile contro tutti, tuttavia, come abbiamo visto, il diritto d'autore è altra cosa rispetto al diritto di proprietà sul manoscritto del romanzo, o sulle copie del libro corrispondente pubblicato dall'editore.
In capo all'autore sono riconosciuti diversi diritti, assoluti e conferiti in via originaria, che lo tutelano in relazione alla propria personalità d'autore, i cosiddetti diritti morali, oppure in relazione all'utilizzo economico dell'opera creata, i cosiddetti diritti patrimoniali. Il diritto morale comprende un insieme di discipline di contenuto non economico, volte ad avvalorare la personalità del creatore, esso può essere compreso infatti fra i diritti della personalità, e come essi è imprescrittibile, irrinunciabile ed inalienabile; dopo la morte del titolare esso può essere esercitato dai familiari più stretti.
Fra essi troviamo il diritto di paternità dell'invenzione o dell'opera, cioè il diritto di esserne riconosciuti autori; il diritto di inedito, vale a dire il diritto di non rendere pubblica la propria creazione; per le opere di ingegno, il diritto all'integrità dell'opera, ossia il diritto che ha il fine di impedire che venga pubblicata l'opera con modifiche tali da denigrare la reputazione dell'autore. Il diritto patrimoniale d'autore consiste nella possibilità di usufruire economicamente della propria creazione e in condizioni di esclusiva. Le sue facoltà a favore dell'autore sono la pubblicazione o la diffusione dell'opera, la sua riproduzione, l'esecuzione o rappresentazione in pubblico, la traduzione in altre lingue e ogni altra forma di elaborazione.
L'autore può scegliere di compiere egli stesso queste attività di impiego dell'opera, oppure trasferire ad altri il proprio diritto. Infatti, a differenza del diritto morale, il diritto patrimoniale è alienabile, può essere quindi trasferito a terzi, e in genere è il modo più diffuso con cui inventori e autori realizzano i propri ricavi economici; per esempio, il compositore di un brano musicale trasmette a una casa discografica il diritto di produrre dischi, e in seguito di venderli.
La proprietà chiave di questo diritto risiede dunque nel concetto di esclusiva, in altre parole la legge ne attribuisce loro la piena padronanza, che nasce dal momento della stessa creazione dell'opera. La legge accorda tale diritto non solo nell'interesse personale dei titolari, ma anche per un interesse generale, infatti esso è un chiaro incoraggiamento alla creatività: se chiunque potesse legalmente usufruire delle opere di altre persone per arricchirsi, tutti sarebbero meno incentivati a dedicarsi allo studio e alla ricerca di nuove creazioni, pregiudicando così il progresso tecnologico e artistico, i quali sono importanti fini per l'intera comunità.
Ovviamente il criterio di esclusiva non è concepito in modo troppo rigido, in modo che le opere intellettuali possano avere una diffusione e un uso più ampio; infatti il diritto all'utilizzazione esclusiva dell'opera d'ingegno è limitato nel tempo; l'esclusività ha confini ben definiti : per esempio il diritto d'autore copre solo la singolare espressione letteraria, ma non l'idea espressa, chiunque può riprendere il concetto e rielaborarlo e scriverlo in una diversa forma, come ad esempio chi copia la trama di un altro romanzo.
Se l'opera è stata creata a più persone, il diritto su essa appartiene in comunione ai coautori; differente è il caso invece delle opere collettive, che sono frutto dell'organizzazione di più contributi autonomi, è il caso del giornale, gli autori delle singole parti hanno diritti separati su ciascuna di esse, mentre l'autore dell'opera collettiva è chi l'ha organizzata, come il direttore del giornale.
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Informazioni tesi
Autore: | Matteo Fracchia |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Simonetta Ronco |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 57 |
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