La condizione giuridica dello straniero extracomunitario. Profili costituzionali.

Il diritto d’asilo viene riconosciuto in maniera esplicita dalla Costituzione italiana, art. 10 comma III, allo straniero “al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana”. Il diritto d’asilo storicamente nasce come immunità concessa a chi un tempo si rifugiava presso luoghi sacri, il nomen iuris deriva infatti dal greco asylon-luogo inviolabile.
L’istituto odierno ne conserva intatto il senso della “ospitalità” nell’offrire rifugio a chi è in difficoltà, ne è mutato il presupposto però. Oggi la condizione affinché lo straniero possa godere del diritto di asilo è che assuma la qualità di rifugiato politico, la quale deriva dall’assunzione di uno stato di fatto.
E’ necessario configurare l’impossibilità materiale di esercitare nel proprio Paese le libertà democratiche che la nostra Costituzione invece garantisce; anche se, formalmente, tali libertà non vengono disconosciute. La ratio del diritto di asilo, cioè, consiste nel garantire che qualsiasi persona, a prescindere dalla sua cittadinanza, possa essere titolare delle “libertà democratiche” ma, soprattutto, legittimata ad un esercizio “effettivo” delle stesse, per mutuare un termine proprio al diritto internazionale. Perciò, se ad un qualsiasi individuo ciò è precluso nel Paese in cui vive, questi ha diritto di essere accolto in Italia.
“Si è voluto annettere tale importanza alle “libertà democratiche” garantite dalla nostra Costituzione, da ritenere che esse costituiscano un bene indispensabile ed insopprimibile per ogni persona umana, dovunque essa si trovi. Talché è sufficiente che uno straniero non goda effettivamente di quelle libertà nel suo Stato, perché l’Italia gli apra le porte, per consentirgli di fruire di esse nel nostro Paese”.

Non può negarsi che, nel giro di pochi anni dalla elaborazione della nostra Carta Fondamentale, la problematica relativa al diritto di asilo sia notevolmente mutata e si presenti ora più complessa, nonché portatrice di implicazioni metagiuridiche che il giurista però non può ignorare nella loro interezza.