L'Europa del dialogo interculturale: evoluzione, attori e prospettive

All’interno del sistema europeo il dialogo tra le parti sociali, culturali ed economiche e gli Stati membri, sta diventando sempre più importante.
Nell’Unione Europea coesistono infatti attori molto diversi tra loro e lo stesso sistema delle rappresentanze al suo interno è esempio di dialogo con le parti che lo compongono. Sin dal principio il processo di integrazione dell’Unione ha conosciuto il bisogno di creare un qualcosa di comune.
Questo attore internazionale si distingue e spicca tra tutti gli altri proprio per le sue caratteristiche e la sua struttura, infatti il suo livello di integrazione non è eguagliabile ad altri attori regionali e la sua nascita porta con sé la volontà di unità, partendo da una prima unificazione economica fino ad arrivare ad una più profonda integrazione.

Anche il numero dei suoi membri è aumentato negli anni, partendo dai sei originari Stati (Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda, Lussemburgo) a dodici, quindici, fino ad arrivare a ventisette. L’adesione di sempre più Stati ha portato al bisogno di una maggiore integrazione in molti altri settori che non riguardavano più solamente persone, merci, servizi e capitali. Per questo processo di integrazione hanno svolto un ruolo di primaria importanza le organizzazioni della società civile, che cercano di colmare il divario tra le istituzioni europee ed i suoi cittadini.

Le organizzazioni di società civile (OSC), come canale di rappresentanza della società civile all’interno del sistema europeo, si sono fatte portavoce dell’esigenza di un dialogo e del bisogno di integrazione.
Le OSC sono state ammesse ufficialmente all’interno del sistema di rappresentanza degli interessi a partire dagli anni ’90. Il riconoscimento della società civile è avvenuto tramite Dichiarazioni, documenti e pareri. Tra i più importanti segnaliamo: “La Commissione e le organizzazioni non governative: rafforzare il partenariato”, in cui si conferma il ruolo delle organizzazioni non governative come interlocutori della Commissione, in riferimento a politiche di rafforzamento della società civile europea.