Il dialetto di Teggiano
Il dialetto di Teggiano: morfologia e sintassi
Il dialetto teggianese si differenzia dal napoletano in modo netto per quanto riguarda la regolarità morfologica degli esiti metafonetici.
Infatti, se si analizza il presente indicativo di un verbo nel dialetto napoletano si nota subito che la metafonesi, con il conseguente affievolimento della vocale finale, ha messo in crisi il sistema di differenziazione morfologica svolto dalle vocali finali. Le vocali finali dei verbi all’indicativo del dialetto napoletano sono deboli ed indistinguibili dal punto di vista morfologico; un esempio lampante ci è dato dalla flessione del verbo “cantare”: in napoletano la forma kandë può essere indifferentemente “canto”, “canti”, “canta”.
In teggianese questo non avviene poiché tale dialetto tende a mantenere la vocale finale, conservandone la funzione morfologica.
Prendendo in esame lo stesso verbo “cantare” si nota come il dialetto teggianese non segua la linea tracciata dal napoletano ma segua quella dell’italiano e del toscano: “io canto” diventa in teggianese ji kandu, “tu canti” tu kandi, “egli canta” iddu kanda, “noi cantiamo” nui kandamu, “voi cantate” vui kandati, “essi cantano” quiri kandani.
Molto importante è la costruzione del periodo ipotetico che segue la forma italiana utilizzando il condizionale nella frase dipendente ed il congiuntivo nella frase principale, mentre il dialetto napoletano inverte i modi: la frase “se potesse venire non ci penserebbe due volte” in napoletano è si putarrìa vәnì, nun ncә penzassә dojә vòtә con il congiuntivo nella frase dipendente. In teggianese stessa la frase segue la forma italiana con il congiuntivo nella frase principale: si putessi vinì, nun ncì pinzèra roi voti . Evento molto raro è l’utilizzo del condizionale sia nella frase dipendente sia nella principale: it. “ se potessi, ti verrei a far visita” diventa in teggianese si putera ti vinera a truvà. Come già detto questi casi sono molti rari anche tra i parlanti più anziani. Questi si possono ricondurre ad errori da parte dei parlanti come quelli che, del resto, capitano a tutti i parlanti di qualsiasi lingua.
Alcuni costrutti panmeridionali sono presenti in teggianese. Uno di questi è l’accusativo introdotto dalla preposizione “a” quando l’oggetto è animato il qual uso nel dialetto si trasmette all’italiano regionale. La frase dell’italiano “chiama Maria” diventa in teggianese chiama a Maria.
Altri costrutti invece hanno una diffusione assai limitata: all’uso napoletano del soggetto pronominale, espresso ma vuoto (privo di consistenza reale) con i verbi meteorologici, corrispondono nell’area pugliese a forme a soggetto nominale espresso ma vuoto: “piove/nevica” è reso in napoletano kéllә kjóvә mentre la forma pugliese è u tìәmbә kjóvë/nәvәkèjšә. Il teggianese segue la forma del pugliese settentrionale utilizzando le forme a soggetto nominale espresso ma vuoto: “piove/nevica” diventa in teggianese lu tiembu kjóvi/nevica.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il dialetto di Teggiano
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Informazioni tesi
Autore: | Giuseppe Costa |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Franco Cavazza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 57 |
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