Tipologie di risarcimento del danno contrattuale. Profili di diritto comparato
Il danno non patrimoniale
L’inadempimento contrattuale può causare due tipologie di danno: il danno patrimoniale e il danno non patrimoniale. Per identificare la seconda tipologia di danno si fa riferimento al disagio, allo stress, al malessere che ha subito la parte danneggiata dall’inadempimento.
La causa del danno non patrimoniale non riguarda solo la violazione, può essere ricondotta alla condotta fraudolenta adottata da una parte per ottenere la conclusione del contratto.
Il principio generale dell’ordinamento inglese prevedeva che nessun tipo di risarcimento, oltre quello pecuniario, era riconosciuto in una richiesta di violazione del contratto. Di norma, in un'azione fondata sulla violazione del contratto, l'unico tipo di perdita che è oggetto di risarcimento è una perdita finanziaria.
Danni non pecuniari come, ad esempio: la frustrazione, lo stress, il danno morale, lo scandalo causato dalla violazione e perdita di reputazione, non danno diritto a un risarcimento. Il danno non patrimoniale da inadempimento contrattuale è stato oggetto di un acceso dibattito sia negli ordinamenti di common law come in quelli di civil law.
Si può citare la sentenza Maw v. Jones del 1890, nello specifico il querelante era un apprendista licenziato senza il preavviso di una settimana previsto dal contratto.
La violazione del contratto era accompagnata da una falsa accusa di cattiva condotta che ha inciso negativamente sulla sua reputazione di lavoratore. La Corte sostenne che l’ammontare dei danni comprendeva sia la violazione del contratto relativo al mancato avviso, che i danni relativi alla reputazione.
I danni per la violazione del contratto sono circoscritti alla sola perdita causata dalla violazione, non rientrano le perdite causate dalle circostanze relative della violazione.
Il convenuto è responsabile solo del danno causato dalla violazione del contratto, segue che se la perdita di reputazione è causata da fattori diversi dalla violazione, l’attore non può recuperare i danni per tale perdita in un’azione di violazione del contratto.
La Corte si è confrontata con la possibilità di risarcire i danni da reputazione derivanti da una violazione del contratto.
Nella sentenza Marbe v. George Edwards del 1928, nel caso in specie la querelante, un’attrice di notevole fama, stipulò un contratto per giocare una determinata partita in un centro giochi a Londra.
Il convenuto, in violazione del contratto, vietò alla querelante di partecipare al gioco. La Corte sostenne le ragioni della querelante, il convenuto dovette risarcire sia i danni relativi alla reputazione già acquisita, sia i danni per la perdita di reputazione che si aspettava di acquisire se il contratto fosse stato eseguito.
Questa nuova tipologia di risarcimento poteva essere chiesto dalla parte danneggiata sia singolarmente che insieme al risarcimento del danno patrimoniale.
A tal proposito, si può osservare la sentenza Haywood v. Wellers del 1976; in questo caso, il legale venne condannato a risarcire il danno psicologico causato alla sua assistita per non aver preso tempestivamente le azioni legali necessarie per far terminare le molestie provocate da un uomo.
Si può menzionare la sentenza Watts v. Morrow del 1991, Watts concluse un contratto con Morrow, tale contratto aveva ad oggetto un’indagine completa di una casa che desiderava acquistare.
L’esito positivo dell’indagine portò Watts ad acquistare la casa, poco tempo dopo venne alla luce che l’immobile aveva bisogno di costosi lavori di ristrutturazione.
Watts propose azione contro Morrow chiedendo non solo il risarcimento del danno patrimoniale relativo all’importo per la ristrutturazione ma anche i danni per il disagio causato dal dover vivere altrove fino al termine dei lavori. La Corte ha riconosciuto al querelante il risarcimento per entrambe le tipologie di danno.
Attraverso questa sentenza si formano due eccezioni al divieto di risarcimento del danno diverso da quello patrimoniale.
La prima eccezione comprende i contratti che hanno il fine di creare relax e tranquillità, la seconda eccezione comprende quelle violazioni contrattuali che hanno provocato malessere, disagio fisico e sofferenza mentale alla controparte. I tribunali, in seguito, hanno posto entrambe le tipologie di danno sullo stesso piano. E’ possibile chiedere il risarcimento per i danni da vacanza rovinata. Nel caso in cui il contratto ha come scopo il relax o l’intrattenimento è possibile chiedere il risarcimento per la delusione, l'angoscia, il turbamento e la frustrazione causati da una violazione del contratto.
A riguardo si può citare la sentenza Jarvis v Swan Tours del 1972, nello specifico il signor Jarvis, un avvocato, aveva prenotato, attraverso l’agenzia viaggi Swan Tours, una vacanza sciistica in Svizzera di quindici giorni durante il periodo natalizio. L’agenzia aveva garantito numerosi servizi, ad esempio: piste di pattinaggio, pista da sci, tè pomeridiano, torte a colazione e lingua inglese parlata dal personale dell’hotel. Giunto in Svizzera Jarvis si rese conto che il luogo non corrispondeva alla descrizione fornita dall’agenzia, il proprietario dell’hotel non parlava inglese e i servizi non erano quelli previsti.
Jarvis citò in giudizio Swan Tour chiedendo il risarcimento dei danni per violazione del contratto e per la sua delusione, angoscia e turbamento.
In primo grado, i giudici avevano riconosciuto solo i danni derivanti dalla violazione del contratto, non consideravano rilevanti i danni di angoscia e turbamento.
La corte di appello, ribaltando la sentenza di primo grado, riconosceva il risarcimento del danno per violazione del contratto e per il danno da delusione, stress e angoscia.
Con il trascorrere del tempo, le diverse sentenze hanno ampliato il limite del danno non patrimoniale risarcibile. Non è necessario che questo coincida con l’oggetto del contratto, ma è essenziale che sia un punto rilevante del rapporto contrattuale.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Tipologie di risarcimento del danno contrattuale. Profili di diritto comparato
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Informazioni tesi
Autore: | Annalisa Falvo |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Pier Guido Alpa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 156 |
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