I Contratti a Contenuto Formativo
Il d. lgs. n. 276/2003: dall'apprendistato agli “apprendistati”
Per quanto riguarda il contratto di apprendistato, la delega di cui all’art. 2, l. n. 30/2003, è stata attuata con l’emanazione della nuova disciplina nel titolo VI, artt. da 47 a 53, del d.lgs. n. 276/2003.
Dalla norma di apertura, l’art. 47, rubricato Definizione, tipologie e limiti quantitativi, immediatamente è dato scorgere una sostanziale differenza con il passato. Il contratto di apprendistato non è definito come tipo contrattuale unitario ma mediante le tre tipologie elencate: l’apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione o “qualificante”; l’apprendistato professionalizzante per il conseguimento di una qualificazione attraverso una formazione sul lavoro e un apprendimento tecnico-professionale; l’apprendistato per l’acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione o, più semplicemente, “alto”.
Definizioni indicanti, quindi, più che modelli contrattuali, obiettivi formativi da conseguire sul lavoro attraverso un percorso di apprendimento teleologicamente diversificato. Il legislatore nel riordinare la materia dei contratti a contenuto formativo opera una singolare reductio ad unum dei modelli negoziali preesistenti.
Da un lato, infatti, determina una concentrazione della funzione formativa nel solo apprendistato, dedicando all’inserimento o reinserimento professionale dei lavoratori svantaggiati un apposito istituto, come indicato dalla legge delega e prima ancora dal Libro Bianco, ma dall’altro moltiplica l’ormai unico contratto con finalità formativa a causa mista presente nel nostro ordinamento per il settore privato, articolandolo in tre tipologie differenziate sotto il profilo formativo, nell’intento di specializzare i singoli percorsi rispetto alle attuali più composite necessità di destinatari non più connotati solo da una scarsa scolarità e/o dalla marginalità sociale.
La rilevanza dell’elemento della molteplicità delle tipologie contrattuali è stato da subito sottolineato dalla dottrina, secondo cui, in seguito alla entrata in vigore del d.lgs. n. 276/2003, diventa arduo il riferimento a un solo strumento contrattuale per il quale, come suggerito, sarebbe più opportuno parlare d’ora in avanti di “apprendistati”.
In questo contesto e in continuità con gli interventi riformatori del recente passato, lo strumento scelto dal legislatore, per conseguire quella valorizzazione della funzione formativa da tempo auspicata e scongiurare il perpetuarsi di un uso distorto dell’istituto al solo fine di ridurre il costo del lavoro, si concretizza in una più intensa integrazione con il sistema educativo della istruzione e della formazione professionale graduata però in modo diverso per le tre tipologie di contratto: molto stretto è l’intreccio dei sistemi nel primo modello, per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione, e nel terzo, finalizzato al conseguimento di un diploma o di un titolo universitario o dell’alta formazione, mentre quasi del tutto assente è nell’apprendistato professionalizzante, vero erede dell’apprendistato storico.
Importante elemento di novità, e di discontinuità, rispetto al passato è inoltre l’affermazione del principio della equivalenza della formazione esterna con quella aziendale. Con la nuova disciplina viene meno l’obbligo generale di formare in parte l’apprendista all’esterno dell’azienda, attraverso i corsi di formazione predisposti dalle regioni, fatta salva la facoltà delle stesse, nell’ambito della regolamentazione dei profili formativi, di provvedere ad un’eventuale reintroduzione dell’obbligo di formazione esterna. Il principio, inoltre, è stato ribadito e rafforzato a seguito all’introduzione nell’art. 49 del comma 5ter ad opera del d.l. n. 112/2008, conv. in l. n. 133/2008, secondo cui, limitatamente all’apprendistato professionalizzante, il datore di lavoro ha la possibilità di organizzare integralmente il percorso formativo nell’ambito dell’attività aziendale.
Questo brano è tratto dalla tesi:
I Contratti a Contenuto Formativo
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Informazioni tesi
Autore: | Raffaele Filardo |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Ginevra Galli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 192 |
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