Le società fiduciarie e il controllo pubblico. La vigilanza di Banca d’Italia.
Il Coordinamento dei Poteri di Controllo tra la Consob e la Banca d’Italia
Come si è visto, lo sviluppo dei mercati finanziari e la relativa disciplina dei servizi d’investimento ha prodotto ad una profonda revisione dell’attività di amministrazione di beni prevista dalla legge n. 1966 del 1939. In sostanza, si è finiti per attribuire la gestione (dinamica) dei patrimoni a “fiduciarie–S.i.m.”, come tali iscritte nella apposita sezione dell’albo delle S.i.m. tenuto dalla Consob e da essa vigilato, insieme alla Banca d’Italia; lasciando sotto la disciplina della legge del 1939 le fiduciarie deputate esclusivamente all’amministrazione statica dei beni.
Il T.U.F., sempre con riferimento alle S.i.m., assegna a dette Authority compiti di vigilanza autonomi e complementari. Difatti, la S.i.m. viene autorizzata a esercitare la sua attività dalla Consob, sentita la Banca d’Italia.
Sempre Consob e l’Autorità di palazzo Koch, ai sensi dell’art. 2 del T.U.F., fanno parte nell’esercizio delle relative competenze anche del sistema europeo di vigilanza finanziario–SEVIF, al fine di dare una maggiore convergenza europea agli strumenti e alle prassi di vigilanza da seguire nel settore.
Sempre in quest’ottica di collaborazione, si inserisce l’art. 4 sempre del T.U.F., il quale dispone lo scambio di informazioni per agevolare le rispettive funzioni. Si sottolinea che tale disposizione vieta a dette autorità la possibilità di opporsi reciprocamente il segreto d’ufficio.
Il successivo ar.t 5, sotto la rubrica “Finalità e destinatari della vigilanza”, dapprima (comma 1) ne individua gli obiettivi:
«a) la salvaguardia della fiducia nel sistema finanziario;
b) la tutela degli investitori;
c) la stabilità e il buon funzionamento del sistema finanziario;
d) la competitività del sistema finanziario;
e) l’osservanza delle disposizioni in materia finanziaria».
Il comma successivo invece ne suddivide le competenza affermando che: «Per il perseguimento degli obiettivi di cui al comma 1, la Banca d’Italia è competente per quanto riguarda il contenimento del rischio, la stabilità patrimoniale e la sana e prudente gestione degli intermediari finanziari. La Consob si occupa invece della trasparenza e della correttezza dei comportamenti di questi intermediari per l’offerta di prodotti d’investimento».
Infine, l’art 5-bis, dispone che la collaborazione e lo scambio di informazioni deve avvenire sulla base di “Protocolli d’intesa”. Prima di questa norma, le due authority avevano già cooperato mediante provvedimenti a carattere più specifico. Nel 1993, la Banca d’Italia si impegnava a fornire alla Consob un flusso informativo trimestrale di elaborazioni e pubblicazioni statistiche sulla base di un verbale di riunione stilato il 10 febbraio di quell’anno.
A seguito di una nuova richiesta avanzata dalla Consob, quattro anni dopo - il 26 giugno del 1997un successivo “accordo” ne integrò la base dati. La stipula del primo Protocollo d’Intesa, relativo allo scambio tra le due, avvenne il 9 febbraio 2001 poi innovato e integrato con l’accordo del 31 ottobre 2007 e successivamente ancora l’8 settembre del 2009 se ne effettua un’ulteriore integrazione e ampliamento, disciplinando lo scambio di informazioni statistiche. Ad oggi, numerosi sono i protocolli d’intesa stipulati tra Banca Italia e Consob in tema di cooperazione e ciascuno di essi è riferito a specifici settori di competenza.
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Le società fiduciarie e il controllo pubblico. La vigilanza di Banca d’Italia.
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Informazioni tesi
Autore: | Ludovico Mainieri |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi Roma Tre |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Fortunato Sabino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 168 |
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