Il controllo di gestione negli enti locali. Il caso del comune di Selvazzano Dentro.

Il motivo principale, e il più conclamato, che richiese e richiede il contenimento della spesa pubblica fu il così detto fallimento del welfare state 6 keynesiano. La spesa pubblica in Italia, ma anche in molti altri paesi sviluppati, ha avuto un boom negli anni '70 e '80 e ancora oggi l'alta incidenza sul Pil non si è modificata.
L'aspetto negativo di quest'andamento è rappresentato dal fatto che all'aumento della spesa pubblica non c'è stato un proporzionale aumento delle entrate, anzi quest'ultime sono diminuite e si è quindi incrementato il divario tra le prime e le seconde.
La crisi del welfare state e il collegato debito pubblico non sono però l'unico motivo che richiede il contenimento, ma soprattutto il controllo della spesa pubblica. Si sono verificati altri problemi:

• L'eccessiva burocratizzazione della pubblica amministrazione che ha portato a una non corrispondenza sempre più forte tra bisogni della collettività e servizi offerti;

• La privatizzazione, che anche se vista come strumento per diminuire lo spreco pubblico, non si può negare la pericolosità che ha per la fornitura di beni alle classi sociali più deboli;

• Gli sprechi, l'inefficienza e la collegata poca produttività che ha avuto per molti anni l'amministrazione pubblica;

• La deresponsabilizzazione degli amministratori, e la susseguente necessità di trovare delle soluzioni che portino a rendere responsabili tutti gli operatori;

• L'aumento di dimensione e l'aumento in termini di diversità degli interventi affidati al settore pubblico.

Davanti a tali problemi la risposta data dal legislatore fu, e in molti casi è ancora, un aumento del controllo della spesa, però, nella concezione francese del termine, attraverso un aumento delle verifiche e delle ispezioni.
Una delle prime soluzioni è stata l'inserimento dei tetti di spesa, cioè dei limiti di bilancio sulla cassa e sugli impegni.

Il controllo effettuato in questo modo oltre ad essere insufficiente può portare perfino a un incremento dei problemi sopra sintetizzati. I limiti di spesa hanno, infatti, portato ad una riduzione sì della spesa, ma nella maggior parte delle volte hanno visto una riduzione di quella in conto capitale e di quella degli enti locali, le quali sono destinate maggiormente al soddisfacimento dei bisogni primari. A ciò si deve aggiungere che inserire dei tetti di spesa non significa aumentare l'efficienza, la qualità, l'efficacia e la produttività; come non significa riuscire a responsabilizzare gli operatori e a compiere una privatizzazione che rispetta gli obiettivi sociali dell'amministrazione pubblica.

Una delle possibili soluzioni a questi problemi è l'impiego di tecniche manageriali economico-aziendali le quali porterebbero all'interno dell'organizzazione pubblica meccanismi di pianificazione e decisione, organizzazione e conduzione, informazione e controllo. Il controllo di gestione, inserendosi in questi meccanismi, diviene quindi soluzione principe ai problemi sopraindicati.