Un'analisi economica, normativa e sociologica sulla flessibilità nel mercato del lavoro in dieci anni di applicazione della Legge Biagi
Il contratto di somministrazione di lavoro
Fino al 1997 la pratica della somministrazione di lavoro, definita come l’attività di “fornitura professionale di manodopera”, era rigorosamente vietata dalla legge n.1369/1960 col fine di evitare pratiche interpositorie, tra le quali il cosiddetto caporalato. Questo divieto cade con la legge n.196/1997 quando viene introdotto il cosiddetto lavoro interinale, fruibile dalle imprese utilizzatrici esclusivamente per il “soddisfacimento di esigenze di carattere temporaneo”. Una vera e propria liberalizzazione dell’attività di somministrazione di lavoro avviene con il d.lgs. n.276/2003, il quale ha abrogato le normative sopra citate. Le novità più rilevanti rispetto al 1997 sono sia la legittimazione dell’attività di fornitura di personale a tempo indeterminato, detto anche staff leasing (abrogata nel 2007 e prontamente riammessa con la legge n.191/2009), sia l’ampliamento delle ipotesi di utilizzazione, essendone ammessa la stipulazione “a fronte di ragione di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo, anche se riferibili all’ordinaria attività dell’utilizzatore”.
L’elemento che caratterizza questo particolare tipo d’istituto è dato dalla presenza imprescindibile di due diversi rapporti: uno dettato da un contratto di lavoro subordinato tra l’agenzia di lavoro interinale “fornitrice” e il lavoratore “somministrato”; l’altro risultante da un contratto di natura commerciale, detto contratto di somministrazione, tra l’agenzia e il soggetto “utilizzatore”. Vediamo ora nel dettaglio e separatamente questi due contratti.
La stipulazione del contratto di somministrazione comporta l’instaurazione, tra il soggetto fornitore e quello utilizzatore, di una responsabilità solidale in merito ai doveri di fronte al lavoratore. Secondo la normativa vigente, il somministratore è direttamente responsabile del pagamento degli stipendi e del versamento dei contributi previdenziali, i quali saranno poi rimborsati dall’impresa utilizzatrice. Questa, naturalmente, dovrà elargire all’agenzia interinale anche il compenso pattuito per il servizio di fornitura. Se il somministratore dovesse risultare inadempiente ai suoi doveri, “l’utilizzatore è obbligato in solido con il somministratore a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi e i contributi previdenziali”, ma potrà in seguito rivalersi sull’agenzia fornitrice. Questa dissociazione dei doveri spettanti ai due soggetti si riflette anche sui poteri da essi esercitabili: mentre all’agenzia spetta il potere disciplinare, all’utilizzatore, per ovvie ragioni, sono attribuiti il potere direttivo e quello di controllo sull’attività produttiva.
Oltre ad alcuni requisiti finanziari necessari alle agenzie interinali per poter essere autorizzate ad operare, la disciplina prevede alcuni divieti assoluti per l’utilizzo di lavoratori interinali (come ad esempio l’impossibilità di sostituire lavoratori in sciopero e la necessità, per l’impresa utilizzatrice, della valutazione dei rischi), nonché un ampio apparato sanzionatorio. Sul piano civilistico, ad esempio, viene previsto il caso della somministrazione irregolare: qualora non siano rispettati i requisiti formali o sostanziali, o nel caso in cui il contratto non sia stato redatto in forma scritta, l’impresa utilizzatrice viene imputata del rapporto di lavoro, il quale può essere trasformato in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato (tranne nel caso in cui il soggetto utilizzatore sia un’amministrazione pubblica). Anche sul piano penale sono previste delle sanzioni monetarie, sia nel caso in cui l’agenzia fornitrice operi senza l’autorizzazione necessaria, sia in caso di somministrazione fraudolenta, ossia “ quando la somministrazione di lavoro è posta in essere con la specifica finalità di eludere norme inderogabili di legge o di contratto collettivo applicato al lavoratore”. La sanzione più grave, in ogni modo, è la cancellazione dall’albo delle agenzie fornitrici (oltre a eventuali contravvenzioni) per chiunque “percepisca compensi dai lavoratori in cambio per avviarlo a prestazioni di lavoro”.
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Un'analisi economica, normativa e sociologica sulla flessibilità nel mercato del lavoro in dieci anni di applicazione della Legge Biagi
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandro Ippoliti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Sociali |
Corso: | Scienze Sociali per il Governo, l'Organizzazione e le Risorse Umane |
Relatore: | Anna Rita Germani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 83 |
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