La sostenibilità ambientale come fattore di competitività nel settore legno-arredamento
Il "Contratto di rete" per le imprese green
Un ulteriore strumento a disposizione delle imprese per svolgere la propria attività con un approccio maggiormente orientato alla sostenibilità ambientale è quello del ”contratto di rete”.
Il contratto di rete sviluppato tra imprese green,infatti, è un fenomeno che sta crescendo rapidamente, basti pensare che nel 2013, di 767 contratti presenti in Italia, 163 sono stati costituiti per finalità legate alla sostenibilità ambientale.
Il contratto di rete è stato introdotto con la Legge 33/2009, con la quale si convertiva il Decreto Legge del 10 febbraio 2009, la quale poi a sua volta è stata integrata dalla Legge 122/2010.
Con il contratto di rete “due o più imprese si obbligano ad esercitare in comune una o più attività economiche rientranti nei rispettivi oggetti sociali, allo scopo di accrescere la reciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato”.
Pertanto, è proprio grazie a questa attitudine alla ”relazione tra imprese” e al ”mettere insieme le risorse” che ha reso questo strumento così appetibile per le imprese green, che sicuramente vi intravedono la possibilità di effettuare un "salto di qualità” sviluppando le condizioni adeguate per aumentare la propria capacità competitiva.
La maggioranza delle imprese italiane, infatti, è di piccola dimensione, e quindi spesso non riesce a competere, soprattutto nel contesto green, a causa di una questione puramente fisiologica legata ad una minore capacità produttiva, che comporta quindi dei Costi Medi Unitari superiori a quelli di competitor più forti, senza contare anche la possibilità di spalmare poi i costi indiretti su un numero di oggetti di costo più ampio.
E' anche un modo, poi, per le imprese green, appunto, di mettere in comune gli ingenti costi di R&S, sviluppando una struttura comune che le possa mettere in grado di realizzare un livello di ricerca maggiore e più efficiente, favorendoanche gli spillover di conoscenza tra le due organizzazioni.
Ma può anche essere un modo per colmare le lacune competitive, in termini di competenze, di un'organizzazione, mediandole con le maggiori competenze dell'altra.
Difatti nel contratto, deve essere indicato, oltre alle denominazioni sociali delle singole organizzazioni, ”le attività comuni poste a base della rete”,nonché un ”programma di rete, che contenga l'enunciazione dei diritti e degli obblighi assunti da ciascuna impresa... le modalità di realizzazione dello scopo comune... e l'organo comune incaricato di eseguire il programma”.
La legge, inoltre, prevede anche l'istituzione, eventuale, di un ”fondo patrimoniale comune” in base al quale vengono stabiliti i conferimenti per ogni contraente e le modalità di gestione, che può avvenire anche tramite "costituzione da parte di ogni contraente di un patrimonio destinatoall'affare”. La legge 122/2010, poi introduce come requisito del contratto, anche l'indicazione "degli obiettivi strategici di innovazione e di innalzamento della capacità competitiva dei partecipanti e le modalità concordate con gli stessi per misurare l'avanzamento verso tali obietti".
L'adozione di questo strumento all'interno delle imprese green è avvenuto con ritmi piuttosto rapidi, dato che, dopo le prime 5 esperienze nate nel 2010, si è intensificato nel 2011, con la nascita di 47 contratti, conoscendo poi un vero e proprio boom nel 2012 (94 contratti) a cui si aggiungono i 17 di inizio 2013.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La sostenibilità ambientale come fattore di competitività nel settore legno-arredamento
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Informazioni tesi
Autore: | Matteo Pierangeli |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Urbino |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Gestione Aziendale |
Relatore: | Federica Murmura |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 196 |
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